Identità LGBTQIA+ in classe

Parole e situazioni reali

LGBTQIA+ sono le iniziali che designano collettivamente lesbiche gay, bisessuali, trans, intersex, queer/questioning e asessuali, mentre il + include qualsiasi altra identità portatrice di una diversità di orientamento sessuale e/o di identità o espressione di genere. Ognuna di queste tante identità porta con sé esperienze e sfide uniche, che hanno un impatto significativo sulla vita delle persone, comprese quelle nelle nostre classi.

Forse lo sapevi già - o forse pensavi di saperlo, ma poi hai preso coscienza che non era così. Forse sono informazioni completamente nuove. Qualunque sia il caso, questo modulo sarà un’introduzione per aiutarti a comprendere meglio i concetti che riguardano le esperienze e le sfide delle persone appartenenti a questa comunità. Le tue classi sono più che semplici numeri: sono persone con storie, identità e bisogni unici. Comprendere e supportare le identità LGBTQIA+ in classe è essenziale per creare un ambiente educativo inclusivo ed equo.

In questo modulo analizzeremo i significati di genere e sesso, dimostrando che esiste un ampio spettro oltre a maschile e femminile. Imparerai importanti termini LGBTQIA+ e come usare un linguaggio che rispetti e supporti ogni persona. Discuteremo di varie forme di discriminazione e degli stereotipi negativi che colpiscono la comunità, aiutandoti a riconoscere e affrontare questi problemi. Infine, esamineremo la storia dei diritti LGBTQIA+ nell’Unione Europea, evidenziando le pietre miliari più significative e i progressi compiuti nella lotta per l'uguaglianza.

Contenuto didattico
  • 1. Comprendere genere e sesso
  • 2. Terminologie LGBTQIA+ e linguaggio inclusivo
  • 3. Forme di discriminazione di genere
  • 4. Retorica anti-LGBTQIA+
  • 5. Storia dei diritti LGBTQIA+ nell'UE: dove eravamo, dove siamo ora



1. Comprendere genere e sesso
1.1. Il ventaglio del genere
Il genere è un concetto ampio e diversificato che va oltre la semplice dicotomia uomo-donna.
A differenza del sesso, che è biologico, il genere si riferisce alle aspettative, ai ruoli e ai comportamenti che una società attribuisce alle persone in base al sesso assegnato alla nascita. Quindi possiamo dire che è un costrutto sociale, il che significa che il genere non è un fatto, ma un atto che afferma sé stesso attraverso pratiche regolatrici di coerenza di genere.

L'esperienza di genere di ogni persona è unica e per questo è importante comprendere il genere come un ventaglio, piuttosto che una categoria fissa.

Molte persone non si identificano come strettamente maschi o femmine. Più avanti esploreremo identità come, per esempio, genere non binario, gender fluid o agender, e scopriremo come questi termini riflettono la diversità delle esperienze di genere.


1.2. Il linguaggio del genere
Il linguaggio è un'entità vivente che si adatta al nostro mondo. Inventiamo nuovi nomi e verbi di continuo: c'era un tempo in cui non esisteva né "googlare" né "podcast"… Anche i marcatori di genere vanno, vengono e cambiano! Pensare (e cambiare) il modo in cui il genere è rappresentato nel linguaggio non è una novità, poiché il linguaggio può dare potere o emarginare le persone. In questo senso, tenersi in aggiornamento ed essere consapevoli dell'impatto delle nostre parole è fondamentale per rispettare e convalidare le identità delle persone.

Hai mai sentito parlare di "microaggressioni linguistiche"? Sono come quei piccoli colpi che senti a malapena, ma alla fine della giornata ti lasciano un senso di fastidio. Immagina di essere a una festa con un partner dello stesso sesso e qualcuno dice: "Quanto coraggio hai per mostrare così apertamente la tua identità sessuale!". Anche se sembra un complimento, in realtà si sta dando per scontato che essere LGBTQIA+ sia qualcosa per cui bisogna avere coraggio, come se fosse un atto eroico piuttosto che essere semplicemente chi siamo.

Possono essere commenti apparentemente innocui, ma in realtà trasmettono un messaggio di rifiuto o mancanza di rispetto. Ad esempio, usare il pronome sbagliato per una persona è come chiamarla con il nome del suo animale domestico: a nessuno farebbe piacere, giusto?


1.3. Differenze tra sesso e genere
Se pensi che sesso e genere siano la stessa cosa, è tempo di riconsiderare alcune di queste idee.

Sesso biologico
Si riferisce alle caratteristiche fisiche e biologiche (come cromosomi, organi sessuali e ormoni) che sono tradizionalmente utilizzate per classificare le persone come maschi o femmine. Discuteremo di come il sesso non sia sempre binario: esistono persone intersex che non rientrano in questa classificazione semplicistica.

Genere come identità
A differenza del sesso, il genere è l'esperienza intima e personale dell'identità, che può o meno allinearsi al sesso assegnato alla nascita. Affronteremo il modo in cui la società costruisce e rafforza i ruoli di genere e come le persone possono gestire queste aspettative.


2. Terminologie LGBTQIA+ e linguaggio inclusivo
Definire la terminologia LGBTQIA+ non è semplice, poiché questi concetti cambiano e riflettono società e norme nazionali. In questa sezione analizzeremo i concetti che è necessario conoscere in modo da evitare opinioni obsolete e stabilire un contatto autentico con la tua classe. Assicuriamoci che la tua classe sia un luogo in cui tutte le persone si sentano riconosciute e rispettate come esseri unici.


2.1. Terminologie LGTBIQA+
Orientamento sessuale:
L'esperienza intima di attrazione sessuale, romantica ed emotiva di una persona.

Orientamento emotivo:
L'orientamento emotivo si riferisce alla capacità di un individuo di provare forti legami emotivi con altre persone, che possono includere sentimenti di empatia, compassione e intimità. Implica la capacità di formare profondi legami emotivi con altre persone, indipendentemente dal fatto che tali relazioni siano di natura romantica o platonica.

Orientamento romantico:
L'orientamento romantico si riferisce al potenziale di un individuo di provare attrazione romantica verso uno o più generi specifici. L'attrazione romantica è distinta dall'attrazione sessuale e implica sentimenti di amore, passione e intimità verso un'altra persona.

Asessuale:
Una persona che non prova attrazione sessuale verso altri generi.

Bisessuale:
Una persona che prova attrazione sessuale verso più di un genere.

Demisessuale:
Una persona che prova attrazione sessuale solo dopo aver formato una forte connessione emotiva.

Eteroflessibile:

Principalmente eterosessuale ma può impegnarsi in attività con persone dello stesso sesso.

Gay:

Un uomo attratto da un altro uomo.

Intersex:

Una persona con caratteristiche sessuali diverse da quelle tipiche di un uomo o di una donna.

Lesbica:

Una donna attratta da altre donne.

Pansessuale:

Una persona che prova attrazione per le persone indipendentemente dalla loro identità di genere. Questo termine vuole rifiutare il binarismo di genere.

Queer:

Termine inclusivo di un'ampia gamma di diversi orientamenti sessuali, identità ed espressioni di genere.

Questioning:

Persona che sta esplorando un aspetto della sua identità sessuale (orientamento sessuale e/o identità di genere).

Sapiosessuale:

Una persona che prova attrazione basata sull'intelligenza piuttosto che sul genere o sul sesso.

Coming out:
Il processo di rivelazione pubblica del proprio orientamento sessuale o della propria identità di genere.

Outing:

Rivelare qualsiasi aspetto dell'identità di una persona correlato alla sua identità sessuale (orientamento sessuale e/o identità di genere) che non ha condiviso pubblicamente.


Identità ed espressione di genere



Identità di genere:

Identità che può corrispondere o meno al sesso assegnato alla nascita o al genere attribuito dalla società. Include il senso personale del corpo, che può comportare o meno il desiderio di modificare l'aspetto o la fisiologia del corpo tramite mezzi medici, chirurgici o di altro tipo.

Espressione di genere:

Modo in cui una persona presenta il proprio genere attraverso l'abbigliamento, il comportamento, ecc.

SOGIESC:

Acronimo per orientamento sessuale, identità di genere, espressione di genere e caratteristiche sessuali.

Agender:

Persona che non ha un’identità di genere.

Cisgender:

Persona la cui identità di genere si allinea al sesso assegnato alla nascita.

Genderqueer:

Una persona che si identifica come né femmina né maschio o come una combinazione di femmina e maschio.

Genderfluid:

Persona il cui genere non è fisso nel tempo.

Persona non binaria:

Persona con identità di genere che non rientra nel binarismo maschio-femmina.

Trans o transgender:

Persona la cui identità di genere differisce dall'identità di genere generalmente assunta per il sesso assegnato alla nascita.

Binarismo di genere:

Classificazione di tutte le persone in due generi distinti: maschio e femmina. Sebbene molte culture abbiano storicamente riconosciuto una varietà di identità di genere con ruoli corrispondenti nella società, queste identità spesso sono state soppresse (in molte parti del mondo con la diffusione della colonizzazione occidentale).

Binder:

Corsetto che appiattisce l'area del torace.

Bloccanti degli ormoni:

Farmaci che interferiscono con la produzione o l'azione degli ormoni nel corpo.

Deadnaming:

Utilizzo del nome di nascita di una persona trans quando non lo usa più.

Disforia:

Profonda sensazione di disagio o insoddisfazione che può insorgere quando una persona sperimenta una disconnessione tra il proprio stato emotivo o fisico e la propria identità o le circostanze in cui vive. Questo termine è comunemente usato nel contesto della disforia di genere, ma può essere applicato anche ad altri contesti, come la disforia corporea o emotiva, in cui una persona si sente a disagio con il proprio aspetto, la propria situazione o alcuni aspetti intimi di sé.

Diversità di genere:

Equa rappresentanza dei diversi generi.

Drag:

Rappresentazione esagerata e teatrale del genere.

Nome scelto:

Il nome che una persona sceglie per riflettere la propria identità di genere.

Oppressione di genere:

Sistemi che privilegiano le persone cisgender e svantaggiano le persone trans o non conformi al genere.

Passing:

La situazione di una persona che viene percepita come appartenenti alla sua identità di genere diversa dal sesso assegnato.

Transizione:

Il processo di allineamento del proprio corpo, del nome e dei documenti legali con la propria identità di genere.
  • Transizione legale: aggiornamento dei documenti legali.
  • Transizione medica: terapia ormonale e/o intervento chirurgico.
  • Transizione sociale: cambiamento del nome, dei marcatori linguistici del genere, del'abbigliamento, ecc.

Trattamento di conferma/affermazione di genere:

Interventi medici per allinearsi con l'identità di genere. Lo sapevi? Nel XIX secolo, il termine utilizzato per riferirsi all'omosessualità maschile era "uranismo". Alludeva al dio greco Urano, associato all'idea di un amore puro ed elevato, quasi platonico, tra uomini. Sfortunatamente, è stato associato a connotazioni negative ed è caduto in disuso e in seguito è stato sostituito dalla parola "omosessualità", coniata nel 1868.

Come vedremo nella sezione seguente, le parole sono strumenti molto potenti e da un grande potere derivano grandi responsabilità. Ecco perché abbiamo preparato per te una tabella che elenca la terminologia obsoleta e i suoi equivalenti moderni. Un lessico delle identità di genere nel mondo

Di seguito sono riportati alcuni esempi tratti dalla vasta gamma di termini utilizzati a livello globale per descrivere individui con diversi SOGIESC. Il significato dei termini può variare notevolmente tra le regioni e alcuni sono percepiti negativamente in determinati contesti. Parole che un tempo erano dispregiative o utilizzate come insulti sono state recuperate dalle persone che ne erano designate. Mentre un termine potrebbe essere accettato da alcune persone, potrebbe non essere visto allo stesso modo da altre. È essenziale riconoscere il diritto degli individui di autoidentificarsi come preferiscono. Ti invitiamo a identificare termini pertinenti alla tua lingua o alle tue lingue e al contesto specifico.



Acaults:

Termine colloquiale birmano utilizzato per descrivere individui assegnati al sesso maschile alla nascita che adottano abiti e ruoli sociali femminili.

Akava’ine:

Termine maori proveniente dalle Isole Cook che designa donne trans.

Bakla:

Termine tagalog delle Filippine che comprende varie identità sessuali e di genere, in particolare quelle assegnate al genere maschile alla nascita che adottano abbigliamento, comportamento e ruoli sociali femminili.

Burrnesha:

Unico nel nord dell'Albania, questo termine descrive coloro che, assegnate al genere femminile alla nascita, adottano un'identità di genere maschile e giurano di rimanere celibi. Questa pratica è anche nota come vajzë e betuar, che indica l'assegnazione del genere da parte dei genitori alla nascita o nella prima infanzia.

Calabai/Calalai/Bissu:

La comunità bugi nel sud di Sulawesi, in Indonesia, riconosce tre sessi (maschio, femmina, intersex) e cinque generi (uomo, donna, calabai, calalai, bissu). Calabai si riferisce a persone assegnate maschio alla nascita con un’espressione di genere femminile, mentre calalai si riferisce a persone assegnate femmina alla nascita con un’espressione di genere maschile. Bissu rappresenta un genere che trascende tutto e svolge specifiche funzioni rituali e sacerdotali.

Dee/Tom:

In Indonesia, Filippine e Thailandia, questi termini caratterizzano le donne che si presentano in modo femminile (dee) e quelle con espressione di genere maschile (tom) che sono attratte da altre donne.

Fa’afafine:

Termine che indica gli individui di terzo genere di Samoa e della diaspora samoana, simile a fakaleitī e māhū.

Fakaleitī:

Termine tongano che si riferisce agli individui assegnati al genere maschile alla nascita che mostrano un'espressione di genere femminile, simile a fa’afafine e māhū.

Guevedoche:

Termine nella Repubblica Dominicana che si riferisce a individui intersex che non si identificano strettamente come uomini o donne.

Hamjensgara:

Utilizzato in Iran, questo termine descrive gli uomini attratti principalmente da altri uomini. È preferito da coloro che desiderano evitare di essere visti come parte dell'attivismo LGBTQIA+ occidentale e sottolinea il desiderio di adattarsi alle dinamiche familiari tradizionali iraniane.

Hijra:

Termine ampio diffuso nel subcontinente indiano che si riferisce a individui che non si identificano come uomini o donne e, in alcuni contesti, a donne a cui è stato assegnato il genere maschile alla nascita. In Pakistan e nell'India settentrionale, possono anche essere chiamate khawaja sara o zenana.

Khanith:

Termine omanita che indica una persona assegna maschio alla nascita con espressione di genere femminile. Sebbene storicamente considerato dispregiativo o impreciso, alcuni individui lo hanno adottato.

Kuchu:

Termine gergale per gli individui gay in Uganda, storicamente negativo, ma recuperato da alcune persone all'interno della comunità.

Māhū:

Questo termine, che letteralmente significa "nel mezzo", è usato nelle culture nativa hawaiana, maori (Nuova Zelanda), ma'ohi (Tahiti) e in altre culture della Polinesia francese per descrivere individui di terzo genere con ruoli spirituali e sociali tradizionali, simili a fakaleiti e fa'afafine.

Mashoga:

Termine swahili (Kenya) che denota una varietà di identità di genere, usato principalmente per gli uomini gay, sebbene si applichi anche a persone assegnate maschio alla nascita con espressione di genere femminile o a persone non binarie.

Metis:

In Nepal questo termine si riferisce agli individui assegnati maschio alla nascita con identità o espressione di genere femminile.

Mithli:

Forma abbreviata di mithli al-jins, questo termine arabo non dispregiativo descrive una persona la cui attrazione principale è verso lo stesso sesso.

Motsoalle:

Termine sotho (Lesotho) che si riferisce a una donna in una relazione a lungo termine socialmente accettabile con un'altra donna. Questa relazione può comportare intimità fisica tra le due donne oltre alle loro relazioni eterosessuali.

Muxe:

Tra il popolo zapoteco nella penisola messicana di Oaxaca, muxe (o muxhe) si riferisce tradizionalmente a individui assegnati maschio alla nascita con espressione di genere femminile. Negli ultimi anni è stato associato anche agli uomini gay.

Shuga/Bujaina:

Questi sono i termini preferiti in Tanzania per gli uomini gay (shuga) e le donne lesbiche (bujaina).

Sistergirl/Brotherboy:

Termini usati per descrivere gli individui transgender indigeni all'interno delle comunità aborigene del Queensland e isolane dello Stretto di Torres in Australia. Una sistergirl (o sistagirl) è una persona assegnata al genere maschile alla nascita che si identifica come femmina, mentre un brotherboy è una persona assegnata al genere femminile alla nascita che si identifica come maschio. Le sistergirl solitamente adottano ruoli femminili all'interno della loro comunità, mentre i brotherboy assumono ruoli maschili.

Skesana:

Termine usato nell’argot delle persone LGBTQIA+ di lingua bantu in Sudafrica e nello Zimbabwe per descrivere gli individui assegnati maschio alla nascita con identità o espressione di genere femminile. Nello stesso argot, injonga si riferisce agli uomini gay mascolini.

Takatāpui (Takataapui):

Termine maori che originariamente si riferiva a un partner dello stesso sesso. Si è evoluto in un termine generico che racchiude diversi orientamenti sessuali e identità di genere, abbracciando al contempo l'identità indigena.

Tida wena:

Termine usato dal popolo warao, una cultura indigena del Venezuela, per descrivere individui che non si identificano strettamente come maschi o femmine e si ritiene che possiedano due spiriti e per questo spesso assumono il ruolo di sciamani.

Travesti:

Termine spagnolo il cui significato può variare a seconda del contesto e della regione. In Sud America, in particolare in Argentina, Brasile e Perù, è comunemente usato per descrivere individui assegnati maschio alla nascita con un'identità di genere femminile. Inizialmente il termine si riferiva al travestitismo, ma si è espanso per comprendere individui che vivono quotidianamente come donne.

Termine obsoleto Termine consigliato Perché?
Omosessuale Gay o lesbica Non è completamente fuori uso, ma lo è la sua generalizzazione. Usare "omosessuale" non è necessariamente sbagliato o offensivo, ma non generalizzare! Le persone più giovani tendono a preferire identificarsi con etichette più concrete.
Travestito Crossdresser Questo termine è spesso visto come più inclusivo, poiché non fa supposizioni sull'identità di genere o sull'orientamento sessuale di un individuo.
Ermafrodita Intersex È il termine preferito per gli individui nati con caratteristiche sessuali che non si adattano ai tipici modelli maschili o femminili. È più inclusivo e accurato di "ermafrodita", che è un termine obsoleto e potenzialmente stigmatizzante.
Preferenza sessuale Orientamento sessuale "Preferenza sessuale" è un’espressione più vecchia che implica che l'attrazione sessuale sia una scelta o una preferenza.
Transessuale Trans o transgender "Trans" è un termine più ampio che comprende una gamma più ampia di identità di genere, inclusi gli individui non binari che potrebbero non desiderare o subire transizioni fisiche.
Riassegnazione del sesso Affermazione di genere Questa espressione enfatizza l'affermazione della propria identità di genere piuttosto che un "cambio" di sesso.

Attività interattiva 1:








2.2. Linguaggio inclusivo
Il linguaggio è una forma di libertà e uno strumento al servizio dell'umanità. Viene utilizzato per riflettere opinioni, ipotesi e stati d'animo. Tuttavia, la lingua in un mondo ideale non dovrebbe essere distorta e noi, in quanto esseri umani, siamo responsabili del suo utilizzo. Il modo in cui ci rivolgiamo a un gruppo o a un individuo riflette il modo in cui riproduciamo i nostri valori interiori, le nostre convinzioni, i nostri pregiudizi e i nostri stigmi modellati su immagini sociali e culturali stabili. Non è uno strumento stagnante; al contrario, si evolve come strumento e, in quanto tale, dovrebbe essere utilizzato per la trasformazione sociale. Evitare termini denigratori e discriminatori nei confronti delle persone è un esercizio di responsabilità per ottenere una trasformazione sociale che porti a una società rispettosa, inclusiva ed equa. La lingua crea la realtà.

La lingua inclusiva varia a seconda del contesto culturale. Varia nelle sue forme, ma non nella sua definizione.

Affronteremo questo problema più approfonditamente in seguito; per ora, ecco alcuni suggerimenti:
  1. Non dare per scontata l’identità sessuale (identità di genere o orientamento sessuale) di una persona. Invece, usa termini e frasi che non rafforzino gli stereotipi di genere. Esempio: usa "persone" invece di "uomini e donne".
  2. Il linguaggio è in continua evoluzione: avere voglia di imparare e adattarsi è fondamentale, ancora di più per insegnanti come te!
  3. Pratiche semplici, come chiedere con quale genere una persona vuole essere identificata, possono fare una grande differenza nell'inclusione.



2.3. Capire i marcatori linguistici di genere
Se non insegni lingua o letteratura e non riesci a ricordare bene cosa hai imparato sul genere grammaticale, non preoccuparti! Siamo qui per rinfrescarti la memoria.

In italiano ogni sostantivo e ogni aggettivo, usato per descrivere una persona, un animale o una cosa, ha un genere grammaticale: il genere di "topo" è maschile, quello di "aviatrice" o di "giacca" è femminile. Possiamo riconoscere il genere grammaticale da alcuni marcatori, per esempio la "o" finale di "topo", la "a" finale di "giacca" o il suffisso "-trice" in aviatrice. Che cosa c’entra questo con la tua classe?

Il genere grammaticale riflette il modo in cui una persona si identifica e come desidera essere riconosciuta dalle altre. È un aspetto cruciale del rispetto dell'identità di genere. Usare correttamente il genere grammaticale è un modo fondamentale per riconoscere e convalidare l'identità di una persona, soprattutto per le persone trans. Ricorda che il genere grammaticale per riferirsi a una persona già cambiare man mano che quella persona esplora la propria identità di genere

Quindi, i marcatori di genere sembrano dettagli, ma hanno una grande responsabilità.

Per incoraggiare l’inclusione, possiamo usare sostantivi che non implicano l’appartenenza a un genere, come "una persona" o "un individuo" al posto di "un uomo" o "una donna", "la mia classe" al posto di "i miei studenti", ecc… Inoltre queste espressioni consentono alle persone di esprimere la propria identità di genere senza essere limitate al tradizionale binarismo di genere.

Strategie per chiedere rispettosamente:
Presentati e usa i marcatori di genere che senti più appropriati per te, poi chiedi "Come preferisci che ci si rivolga a te?".
Suggerimento:
Potresti provare questo il primo giorno, quando tu e la classe vi state conoscendo. È un ottimo modo per rompere il ghiaccio e creare fiducia fin dall'inizio.

Cosa fare se commetti un errore:
Non preoccuparti, gli errori capitano. Riconoscere l'errore, scusarsi e correggerlo è il modo migliore per mostrare rispetto.
Suggerimento:
Se hai commesso un errore ingenuo, le persone di solito se ne accorgeranno. È abbastanza facile individuare la differenza tra qualcuno che cerca di screditarti e qualcuno che ha semplicemente sbagliato. Le scuse sincere e un atteggiamento proattivo verso il cambiamento sono gli approcci migliori.


2.4. Il genere grammaticale nei diversi paesi dell'UE
L'uso del genere grammaticale varia in modo significativo nei diversi paesi europei, influenzati da fattori linguistici e culturali.
L'inclusione di persone non binarie nella lingua è una questione che ha acquisito importanza negli ultimi anni. Mentre in inglese l'uso del pronome neutro "they" ha semplificato il processo, altre lingue europee presentano sfide particolari.

In lingue come il tedesco, noto per la sua complessa grammatica di genere, i tentativi di introdurre nuovi pronomi come "sier" hanno incontrato resistenza. Allo stesso modo, in Francia la proposta del pronome neutro "iel" è stata respinta nei documenti ufficiali. La rigidità grammaticale di queste lingue rende difficile adottare nuove forme linguistiche.

L'Italia e la Spagna hanno optato per soluzioni più creative, come l'uso di asterischi o del simbolo schawa (ə) per rendere neutro il genere di sostantivi e aggettivi. In Spagna, inoltre, l'uso del pronome "elle" è diventato popolare. Tuttavia, la mancanza di un consenso ufficiale rimane un ostacolo. Al contrario, paesi come Svezia e Finlandia hanno compiuto progressi significativi nell'adozione di pronomi di genere neutro come "hen".

La diversità di approcci in Europa riflette la complessità dell'adattamento del linguaggio alle mutevoli realtà sociali. Sebbene vi siano sfide, vi sono anche esempi di successo che dimostrano che è possibile incorporare un linguaggio inclusivo in diversi contesti culturali. La chiave è la volontà di impegnarsi nel dialogo, l’apertura a nuove idee e il desiderio di trovare soluzioni che rispettino la diversità delle identità di genere.




2.5. Capire la discriminazione

Forme di discriminazione di genere

Comprendere la discriminazione Discriminazione significa trattare alcune persone in modo diverso da altre. La discriminazione si manifesta nella vita quotidiana di milioni di persone e di solito si basa su stereotipi e pregiudizi.

Nel grafico puoi vedere il circolo vizioso dagli stereotipi alla discriminazione e alla violenza:
STEREOTIPI →
Formati su ipotesi semplificate su una o più caratteristiche di un gruppo
PREGIUDIZI →
Percezione irragionevole o negativa verso qualcosa/qualcuno.
DISCRIMINAZIONE →
Trattamento negativo o esclusione di un individuo in base a una o più caratteristiche.
VIOLENZA →
Atto che mira a ferire, abusare, danneggiare o distruggere qualcosa/qualcuno.

Gli stereotipi sono formati dalla società e possono cambiare. Ad esempio, uno stereotipo comune nel Medioevo era che gli uomini usassero tacchi alti, indossassero parrucche e si truccassero quando apparivano in pubblico e in eventi pubblici. Con il tempo questo è cambiato e attualmente la norma sociale è che solo le donne usano tacchi alti, indossano parrucche e si truccano e questo crea lo stereotipo "se un uomo indossa i tacchi significa che è gay".

Quando tali percezioni sono basate sul sesso o sul genere di una persona, allora si parla di stereotipizzazione basata sul genere. Nel caso in cui una persona venga trattata in modo diverso in base alle idee comuni sull’espressione di genere, si parla di discriminazione basata sul genere.

Normatività di genere


La società attuale generalmente ha una visione binaria di genere, o anche chiamata cis-sessismo. Si basa sul presupposto che tutti debbano essere o maschi o femmine e comportarsi all’interno di ruoli cisgender che seguono le norme patriarcali. Questa teoria si basa anche sulla convinzione che gli individui cisgender siano superiori alle persone trans o di genere non conforme.

L'eteronormatività è un altro aspetto che sostiene la teoria citata sopra e si riferisce all’orientamento sessuale di un individuo. È un concetto secondo cui l'eterosessualità è l'orientamento sessuale migliore o normale. Presuppone che il genere sia binario e che le relazioni sessuali o coniugali siano adatte solo o soprattutto a persone di sesso opposto.

Pregiudizio basato sul genere


I pregiudizi verso gli individui si formano sulla base degli stereotipi. Quando un individuo ha introiettato una credenza comune come credenza personale, allora il suo cervello applica questa credenza come pregiudizio verso un altro individuo, se identifica in lui una caratteristica di un certo gruppo.

Se utilizziamo lo stereotipo citato sopra ("se un uomo indossa i tacchi significa che è gay"), il pregiudizio andrà oltre, per esempio con la convinzione che quest'uomo sarà molto infelice o non sarà in grado di provvedere alla sua famiglia quando crescerà, sarà vittima di bullismo a scuola, dovrebbe giocare di più con le macchinine e le pistole per diventare un uomo normale, ecc. Naturalmente i pregiudizi verso gli uomini non si basano solo sul loro aspetto, ma sono collegati anche al loro stato emotivo o ruolo sociale: se un uomo piange allora è considerato debole, se un’opinione o una soluzione arriva da un uomo in una posizione sociale elevata allora è l'unica possibile, ecc.

Allo stesso tempo, se lo stereotipo comune è cis ed eteronormativo, allora il pregiudizio verso le persone trans è che sono "anormali" o "contro natura".

È molto singolare come possano variare i pregiudizi in base al genere, ma anche all’identità sessuale. Ad esempio, il pregiudizio comune per un maschio eterosessuale cis riguarda il suo vigore sessuale e la sua capacità di avere quanti più rapporti sessuali possibili. Inoltre, è comune la convinzione che possa e debba avere tutte le partner femminili che desidera. Allo stesso tempo, il pregiudizio comune verso gli uomini gay è che siano promiscui e che la loro libido debba essere repressa.

Discriminazione di genere

Dopo aver conosciuto e compreso come sono collegati stereotipi e pregiudizi, il passo successivo è saperne di più sulla discriminazione di genere. Questa consiste nel trattamento negativo o nell’esclusione di un individuo o di un gruppo di persone in base al loro genere.

Seguendo l'esempio iniziale, la discriminazione di genere si verifica quando a una persona di sesso maschile che indossa tacchi alti, parrucca e trucco viene negato l'accesso a un bar, una posizione lavorativa, l'accesso alle cure mediche, ecc. Abbiamo discriminazione di genere anche quando la legge non consente a una persona di cambiare l’indicazione del genere o il nome nei propri documenti di identità o non le consente di viaggiare in un altro paese.

La discriminazione di genere si verifica quando una donna e un uomo assumono la stessa posizione lavorativa per ricevere una retribuzione diversa (divario di retribuzione di genere: in situazioni simili le donne sono pagate di meno) o le donne con i capelli biondi non vengono prese in considerazione per una promozione sul posto di lavoro. La discriminazione di genere si verifica anche quando una donna è considerata una madre e viene costantemente informata sull'importanza di partorire.

Violenza di genere

Tutti gli esempi di stereotipi, pregiudizi e discriminazioni basati sul genere sopra citati forniscono una base molto solida per la violenza di genere. Mentre la violenza fisica è facile da riconoscere, dobbiamo sottolineare che anche la violenza verbale, economica, psicologica e informatica deve essere considerata dannosa e pericolosa.

Aggredire le persone per strada, lanciare oggetti contro di loro o picchiarle fisicamente, in base al genere reale o percepito, è considerata violenza di genere. La violenza domestica (nella maggior parte dei casi da uomo a donna) è una violenza di genere per molte ragioni, considerando la diffusione dell’idea che l’uomo sia superiore alla donna e le aspettative sul ruolo femminile nel contesto familiare, per esempio. Sono esempi di violenza fisica di genere anche le procedure chirurgiche per conformare i corpi dei neonati intersex al binarismo di genere che vengono eseguite nei paesi dell'UE, il più delle volte con informazioni errate o senza alcuna informazione ai genitori.

Rifiutare qualcuno per un lavoro, perché indossa tacchi alti, parrucca e trucco, porta alla violenza economica. Le persone LGBTQA+ vengono spesso abbandonate dalla famiglia e devono provvedere a sé stesse.

La violenza psicologica può comprendere attacchi verbali, battute sessiste, tentativi di sottomissione intima, proposte di usare prodotti medici per sopprimere le funzioni sessuali o persino manipolazione cerebrale con elettroshock (che è una pratica che viene ancora eseguita in alcuni paesi anche dell’UE). Quest'ultima è anche una violenza fisica.

Il cyberbullismo in base al genere è particolarmente sensibile. È principalmente dannoso per le giovani donne e le persone LGBTIQIA+. I messaggi di incitamento all'odio e al sessismo prosperano, dal momento che a volte sono pubblicati da persone reali (anche in forma anonima), ma altre volte sono moltiplicati da bot automatici. I siti web per incontri sono molto utilizzati per adescare ragazze per il traffico sessuale. I siti e le app di incontri non sono protetti da profili falsi che fingono interessi gay, quando in realtà sono creati da attivisti di estrema destra che alla fine invitano le persone gay a un incontro di persona e le picchiano.

Tutto quello che abbiamo descritto sopra può essere affrontato e effettivamente cambiato educando le persone di tutte le età.

Pregiudizi di genere e linguaggio sensibile al genere nell'istruzione

La consapevolezza dei pregiudizi di genere personali e delle norme sociali è fondamentale per chiunque si occupi di istruzione e formazione. Non sempre e non in tutti i paesi il curriculum scolastico è sensibile al genere. Questo è il momento in cui chi educa faccia piazza pulita dei preconcetti.

Una delle dimostrazioni di rispetto fondamentali per ogni persone è l'uso di un linguaggio e di una terminologia appropriati in classe.

Un buon esempio di linguaggio sensibile al genere è l'uso di espressioni che comprendano ogni persona; per esempio, possiamo dire "Ciao gente" invece di "Ciao ragazzi" o possiamo usare "partner" o "coniuge" al posto di "fidanzato / fidanzata" o "moglie / marito".

È essenziale rispettare la scelta del nome e del genere grammaticale per ogni persona in classe. Ma fai anche attenzione a far rispettare questa regola nella tua classe.

Come ogni altra cosa, queste buone pratiche non dovrebbero essere attuate senza spiegazioni. È essenziale prendersi del tempo e parlare con le persone in classe, spiegare, fare esempi, far condividere esperienze e idee personali, esplorare e sottolineare gli stereotipi (se presenti) e non nascondere i problemi.



Attività interattiva: linguaggio sensibile al genere nell'istruzione

Fase 1. Individuare il pregiudizio
  • Fornisci a chi partecipa esempi di frasi o situazioni tendenziose in contesti educativi (ad esempio, "L'ingegnere è bravo a spiegare il suo lavoro" o "Le ragazze sono più brave nelle arti").
  • Chiedi a chi partecipa di lavorare individualmente o in coppia per sottolineare il linguaggio problematico e scrivere una breve nota che spieghi il pregiudizio.
  • Esempi:
    • "I medici e gli infermieri proteggono le nostre comunità".
    • "Le madri sono naturalmente migliori badanti".
Fase 2. Riscrivi il pregiudizio
  • Chi partecipa riscrive le frasi tendenziose utilizzando un linguaggio sensibile al genere.
  • Esempi di riformulazione:
    • "Il personale sanitario protegge le nostre comunità."
    • "Il personale di cura svolge un ruolo fondamentale nelle famiglie."
Fase 3. Discussione collaborativa
  • Condividete e discutete gli esempi riscritti. Evidenzia come piccoli cambiamenti linguistici possano avere un impatto significativo.
  • Facilita una conversazione sull'importanza del linguaggio intenzionale nel plasmare le percezioni e promuovere l'uguaglianza.
Fase 4. Conclusioni
  • Riassumi i punti chiave sull'impatto del linguaggio nella creazione di un ambiente di apprendimento inclusivo.
  • Condividi suggerimenti pratici per utilizzare un linguaggio sensibile al genere, come evitare stereotipi e utilizzare termini neutri quando possibile.



3. Retorica anti LGTBQIA+

Introduzione alla propaganda anti-LGBTIQA+

Verso la fine del XX secolo, mentre i movimenti a sostegno dei diritti LGBTQIA+ si rafforzavano, è emersa un'ondata di narrazioni anti-LGBTQIA+. Queste narrazioni miravano a screditare i diritti e le esperienze delle persone LGBTQIA+. Sorprendentemente, queste campagne anti-gender non sono partite dal basso, ma sono state promosse da persone influenti nella politica globale e negli ambienti religiosi. Una delle prime menzioni del termine "ideologia di genere" è arrivata dall'ex presidente dell'Ecuador, Rafael Correa, nel 2013. Ha utilizzato il termine in una trasmissione televisiva, sostenendo che "l'ideologia di genere" veniva utilizzata per distruggere la famiglia tradizionale. Questa idea si è diffusa rapidamente in America Latina e nel Nord America, portando a cambiamenti nelle leggi e nei programmi educativi per rimuovere qualsiasi menzione della diversità di genere. Ha raggiunto presto l'Europa, soprattutto nei paesi cattolici come Italia e Spagna, dove ha acquisito slancio mentre queste nazioni discutevano sulle leggi a sostegno del matrimonio tra persone dello stesso sesso e del riconoscimento dell'identità di genere.

È fondamentale capire che "l'ideologia di genere" non è un movimento reale o programma reale a sostegno dei diritti LGBTQIA+. Invece, è un concetto vago e adattabile creato da leader politici e religiosi conservatori. Questa idea include l'opposizione a molte cose come il diritto all'aborto, le identità sessuali etichettate come "non tradizionali", le diverse strutture familiari, l'educazione di genere e l’educazione sessuale, la prevenzione dell'HIV e il riconoscimento del lavoro sessuale. Il termine "ideologia di genere" è una frase generica che può essere adattata a diversi contesti. Questi leader spesso fanno strani paragoni tra femminismo, teoria queer e comunismo.

Il rifiuto della diversità di genere e la promozione dei ruoli di genere tradizionali sono temi comuni in queste narrazioni. Spesso sentirai argomenti secondo cui mantenere il binarismo di genere (maschio e femmina) fa parte della tradizione e, in alcuni paesi, persino della Costituzione. Alcuni sostengono che parlare di identità di genere diverse confonderà la gioventù. Molte personalità politiche usano questa retorica per difendere quelli che chiamano decoro e tradizioni sociali. Questi discorsi sono spesso populisti, usati durante le campagne elettorali o in periodi di crisi politica. I movimenti politici sono spesso supportati da gruppi religiosi che etichettano le identità non eteronormative come non tradizionali e peccaminose.

Questo tipo di linguaggio diffonde paura tra le persone, tenendole disinformate. Queste affermazioni non sono supportate da fatti, ricerche o opinioni di persone esperte. Aggiungere la parola "ideologia" a "genere" fa sembrare che ci sia un programma deliberato per trasformare tutte le persone in omosessuali o trans. Questo rende più facile convincere le persone che devono avere paura e mobilitarsi. Nessuno ha mai visto un documento scritto che delineasse questa cosiddetta "ideologia di genere", eppure qualcuno crede che sia reale!

In questo contesto, è importante capire la differenza tra disinformazione e misinformation. La
misinformation è semplicemente un'informazione errata, ovvero qualcuno che interpreta male i fatti. La
disinformazione è un'informazione falsa che viene diffusa intenzionalmente per fuorviare le persone. Entrambi sono strumenti importanti utilizzati per creare teorie del complotto. Considerato questo, possiamo dire che l'idea di "ideologia di genere" è una teoria del complotto. Il risultato è una società divisa, con alcune persone a cui vengono negati i diritti umani fondamentali.

Per proteggerti dal cadere in queste trappole, è importante allenare la tua mente a riconoscere e smentire le teorie del complotto. Ecco alcune pratiche che possono aiutarti:
Comprendi le prove. Le teorie di genere spesso non hanno prove credibili e si basano su resoconti aneddotici, interpretazioni errate dei dati o vere e proprie falsità. Cerca fonti affidabili per informazioni accurate sul genere. Ascolta le voci delle persone LGBTQIA+ sulle loro esperienze personali o leggi articoli e sondaggi realizzati da organizzazioni non profit che lavorano direttamente con persone LGBTQIA+.

Riconosci le motivazioni. Molte teorie del complotto legate al genere sono guidate da secondi fini politici, religiosi o culturali. Comprendere le motivazioni alla base di queste teorie può aiutare a valutarne criticamente la validità. Scopri di più sulla persona che sta diffondendo la teoria del complotto. Controlla il suo background: ha un passato di sostegno a opinioni e teorie populiste?

Istruisci e coinvolgi. Contrastare la disinformazione richiede istruzione e dialogo aperto. Interagire con le altre persone in modo rispettoso e informato può aiutare a dissipare i miti e promuovere la comprensione. Nella maggior parte dei casi, invece di cercare di spiegare, puoi porre attivamente domande che portino te o la persona che hai di fronte a riflettere:
  • Come sono arrivate queste informazioni?
  • Chi le sta diffondendo?
  • Ci si può fidare di quella persona?
  • Quella persona è esperta in quell'area?
  • Quali fatti possiamo raccontare a riguardo?
  • Abbiamo parlato con una persona che ha esperienza e che può spiegare meglio?, ecc.
Supporta il pensiero critico: Incoraggia le capacità di pensiero critico, in particolare nella valutazione delle fonti, nella messa in discussione dei pregiudizi e nel riconoscimento delle fallacie logiche.

Attività interattiva

Nelle società caratterizzate da una sovrabbondanza di informazioni, la disinformazione si nutre della vulnerabilità degli individui ai discorsi che rafforzano le loro convinzioni preesistenti, un fenomeno noto come "bias di conferma". Inoltre, la disinformazione può essere utilizzata come strumento di controllo sociale, alimentando divisioni e polarizzazione all'interno dei contesti sociali. Questo processo è spesso guidato da forze con interessi specifici, come partiti politici, organizzazioni estremiste o aziende, che cercano di influenzare l'opinione pubblica per i propri fini. La proliferazione di piattaforme digitali ha trasformato la natura della disinformazione, facilitandone la rapida diffusione e amplificazione, rendendo essenziale avere strumenti per combatterla.

Ti invitiamo ad aprire un dibattito con la tua classe sulla disinformazione. Puoi porre domande come: "Quali fonti di informazione usate quotidianamente?"; "Siete consapevoli del problema delle fake news e della disinformazione?"; "Cosa fate per verificare le informazioni che ricevete?"…

Per facilitare questo, ti forniamo questo strumento di Google che puoi usare come attività congiunta per metterlo alla prova.
Strumento: Strumenti di verifica dei fatti recenti
Questo strumento ti consente di navigare e cercare facilmente i fact check. Ad esempio, puoi cercare la dichiarazione di un politico o un argomento. Puoi anche limitare i risultati a un editore specifico.

Puoi cercare per parole chiave e visualizzare un elenco di affermazioni corrispondenti e i fact check corrispondenti.




4. Storia dei diritti LGBTQIA+ nell'UE: dove eravamo, dove siamo ora
La storia dei diritti LGBTQIA+ in Europa è segnata da una complessa interazione di persecuzione, attivismo e progresso. Prima del XX secolo, le relazioni omosessuali erano illegali e punibili dalla legge in quasi tutto il continente. Tuttavia, alla fine del XIX secolo sono emersi pensatori pionieri come Karl-Heinrich Ulrichs, che ha sostenuto la depenalizzazione dell'omosessualità e ha coniato il termine "uranista".

Il XX secolo ha portato importanti movimenti sociali e politici per i diritti LGBTQIA+. Sono nate organizzazioni come il Comitato scientifico-umanitario e la Società per la riforma del diritto omosessuale, che sostenevano riforme legali e accettazione sociale. Sfortunatamente, l'ascesa del regime nazista ha portato allo scioglimento di molte organizzazioni e alla massiccia e indiscriminata persecuzione di individui omosessuali.

Dopo la caduta del Muro di Berlino e il crollo dell'Unione Sovietica, molti paesi dell'Europa orientale hanno sperimentato un maggiore riconoscimento legale delle unioni e dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. Inoltre, l'Unione Europea ha svolto un ruolo cruciale nel promuovere l'uguaglianza LGBTQIA+ attraverso la sua legislazione antidiscriminatoria. La fine del XX secolo ha visto un aumento dell'attivismo LGBTQIA+, ispirato dalle rivolte di Stonewall del 1969. In Europa e negli Stati Uniti è nato il Gay Liberation Front, che difendeva i diritti degli omosessuali e sfidava l'eteronormatività.

"Quando noi che educhiamo parliamo tra di noi dei problemi di qualche giovane studente che si sta ponendo domande sulla propria identità sessuale e quella persona sente che c'è qualcuno che parla del suo comportamento con chi stabilisce le regole, quella persona rivive un pezzo di Stonewall. È solo un contesto diverso, ma per quella giovane persona non è meno potente".
- Virginia Apuzzo, partecipante a Stonewall e attivista leader per i diritti LGBTQIA+ e la lotta all’AIDS.


Un momento chiave è stata la creazione della bandiera arcobaleno nel 1978 da parte dell'artista Gilbert Baker. Le bandiere sono simboli potenti che rendono visibili le storie di chi le sventola, quindi ora sono diventate un simbolo universale per i diritti e l'inclusione LGBTQIA+. Negli anni '80, l'acronimo LGBT ha iniziato a guadagnare popolarità, ma è stato solo negli anni '90 che si è consolidato e si è espanso per includere altre identità.

Bandiera originale, 1978
Presentava otto colori, ognuno dei quali rappresentava un diverso elemento dell'esperienza umana
Bandiera dell'unità, 2021
Grazie agli interventi di Daniel Quasar e Valentino Vecchietti, la nuova versione della bandiera include esplicitamente le persone trans e intersex, le persone queer razzializzate, le persone HIV-positive


Conclusione
I processi di insegnamento e apprendimento richiedono una prospettiva ampia dell'essere umano e delle società in cui opera, poiché ciò consente la riflessione, l'analisi e la risoluzione critica dei molteplici conflitti affrontati dagli individui nelle loro interazioni con le varie realtà che incontrano o che conoscono nel corso della loro vita. Dobbiamo essere chiari sul fatto che in una classe, in qualsiasi fase, ciò che sarà comune è l'esistenza di diversità non solo tra gli studenti, ma anche tra le loro famiglie e/o il loro ambiente. Ognuna delle parole, dei silenzi, degli atteggiamenti e del posizionamento implicito o esplicito del personale docente influenzerà lo sviluppo degli studenti. Ci auguriamo che vi sentiate un po' più informati sulle terminologie e le realtà dei vostri studenti LGBTQIA+ e che siate incoraggiati a metterle in pratica.

Revisione della checklist dei contenuti didattici
  • Capisco i significati e le differenze tra genere e sesso.
  • Prendo familiarità con la terminologia LGBTQIA+ e il linguaggio inclusivo.
  • Identifico le forme di discriminazione di genere.
  • Riconosco la retorica negativa nei confronti della comunità LGBTQIA+.
  • Esamino la storia dei diritti LGBTQIA+ nell'UE e la loro evoluzione.



5. Domande di autoriflessione
  1. Ripensa alla prima volta in cui hai realizzato che esistevano diversi ruoli di genere. Come hai raggiunto questa consapevolezza? Che impatto ha avuto sulla tua percezione del tuo posto nel mondo?
  2. Crescendo, quali sono stati i messaggi impliciti ed espliciti che hai ricevuto sulla diversità sessuale dalla tua famiglia, dalle tue amicizie, dalla scuola e dalla tua comunità in senso più ampio? Guardando indietro, riesci a identificare atteggiamenti o idee implicite o esplicite che hanno influenzato la tua comprensione dell'orientamento sessuale e dell’identità di genere?
  3. Ripensa alle tue interazioni con le altre persone. Hai mai fatto supposizioni sul genere di qualcuno in base al suo aspetto o al suo nome? Cosa hai provato quando hai capito di aver fatto un errore?