Comprendere l’intersezionalità

INTRODUZIONE ALL’ARGOMENTO

Immagina di essere un giovane nero che cammina per strada. Improvvisamente due agenti di polizia ti avvicinano e ti dicono che devono perquisirti perché pensano che tu possa essere in possesso di stupefacenti.

Vieni controllato dalla polizia senza alcun motivo giustificato, solo a causa del tuo sesso, della tua età e del colore della tua pelle.

Questo è un esempio di discriminazione intersezionale: i diversi elementi per cui vieni discriminato interagiscono tra loro e sono quindi inseparabili.

In questo modulo imparerai a conoscere il concetto di intersezionalità da un punto di vista sia pratico che teorico. Avrai anche una panoramica delle forme di discriminazione e di come vengono messe in atto. Dopo questi passi iniziali, ti concentrerai sul modo in cui l'intersezionalità si relaziona con l'istruzione, riconoscendo le identità e promuovendo la diversità nella tua classe. Infine, imparerai come implementare l'intersezionalità nella tua attività di insegnamento e formazione attraverso gli utili strumenti forniti.

RISULTATI DI APPRENDIMENTO ATTESI
Al termine di questo modulo avrai accresciuto le tue conoscenze, abilità e competenze nel campo dell'intersezionalità:
  • Conoscerai il concetto di intersezionalità
  • Conoscerai la storia del termine e il suo background teorico;
  • Conoscerai i fattori per i quali le persone vengono discriminate;
  • Saprai identificare le discriminazioni multiple;
  • Saprai come l'intersezionalità si relaziona con l'educazione;
  • Saprai come adottare un approccio intersezionale nella tua attività di insegnamento e formazione;
1. Identità complesse
Questo paragrafo fornisce una panoramica delle realtà di vita affrontate dalle persone in Europa. È possibile trovare informazioni sulle esperienze di vita reale e sulla rappresentazione delle persone della comunità LGBTQIA+ nei media.

Realtà di vita
Immagina di affrontare il tuo percorso formativo dovendo gestire anche le complessità dell'essere LGBTQIA+ in un mondo che non è sempre accogliente. Ci sono persone per cui questa è una realtà quotidiana.

Gli studenti europei che si identificano come LGBTQIA+ devono affrontare una serie di realtà di vita e sfide che possono variare in modo significativo a seconda del Paese, della regione e del contesto educativo specifico. È essenziale che chi insegna a persone adulte sia consapevole di queste sfide per creare un ambiente di apprendimento inclusivo e di supporto.

Le persone LGBTQIA+ sono spesso vittime di discriminazioni, sia sottili che palesi. Potrebbero preoccuparsi di fare coming out, temendo il rifiuto o addirittura il bullismo da parte dei coetanei o, peggio, di chi insegna. In alcune regioni europee, le persone hanno forti tutele legali e sono accettate dalla società. In altre, invece, potrebbero incontrare ostilità, rendendo ogni giorno una passeggiata sul filo del rasoio.

Il panorama giuridico dei diritti delle persone LGBTQIA+ varia notevolmente in Europa. Alcuni Paesi, come la Svezia, la Germania e i Paesi Bassi, dispongono di solide tutele legali per le persone LGBTQIA+, tra cui leggi contro la discriminazione e il riconoscimento legale delle relazioni tra persone dello stesso sesso. Al contrario, altri Paesi, soprattutto nell'Europa dell'Est, possono avere leggi più restrittive o addirittura anti-LGBTQIA+. I diritti delle persone transgender e intersessuali possono essere particolarmente complessi. L'accesso all'assistenza sanitaria, al riconoscimento legale del genere e alla protezione contro la discriminazione può essere limitato o complicato, a seconda del Paese.

L'accettazione sociale delle identità LGBTQIA+ varia. Nelle aree più progressiste può esserci un forte sostegno da parte della comunità, organizzazioni LGBTQIA+ attive e modelli da seguire visibili. Tuttavia, nelle aree più conservatrici, studenti LGBTQIA+ possono trovarsi di fronte a stigma, discriminazione o addirittura ostilità.

La salute mentale è un'altra sfida importante. La pressione di dover nascondere la propria identità, unita al potenziale isolamento, può portare ad ansia, depressione e persino a tassi di suicidio più elevati. Non si tratta solo di sentirsi diversi, ma del costante stress di chiedersi se si è al sicuro o accettati.

Ma ci sono anche aspetti positivi. Studenti e studentesse LGBTQIA+ sono portatori di resilienza, creatività e profonda comprensione della diversità. Dovendo adattarsi a diversi ambienti sociali, a volte nascondendo aspetti della loro identità, sono spesso molto flessibili e capaci di riuscire in ambienti diversi, soprattutto dove trovano sostegno.

Le loro esperienze di emarginazione spesso promuovono un profondo senso di empatia nei confronti di altre persone che affrontano sfide o discriminazioni. Le persone LGBTQIA+ tendono a essere solidali con i pari e spesso sostengono l'inclusione e la giustizia sociale. Sono in grado di comprendere la complessità dell'identità e l'importanza del rispetto delle differenze. Questa consapevolezza può arricchire le discussioni e promuovere un ambiente di apprendimento più inclusivo.

Le persone LGBTQIA+ portano in classe una ricca diversità di pensiero e di esperienze, che le rende un contributo prezioso per qualsiasi ambiente di apprendimento. In qualità di docenti, riconoscere e coltivare questi punti di forza può aiutare a creare un'esperienza educativa più dinamica, inclusiva e di supporto per tutti.

Biografie
Le persone affrontano le situazioni personali in modi diversi: c’è chi lo fa privatamente, e chi ne parla pubblicamente. La consapevolezza pubblica ci permette di conoscere i destini individuali, ma anche di percepire i problemi della comunità LGBTQIA+ nel suo complesso.

Cece McDonald
è una donna transgender nera e un'attivista. La McDonald è balzata agli onori della cronaca dopo essere stata aggredita da un gruppo di persone nel 2011, con un alterco fisico in cui si è difesa, causando la morte di uno dei suoi aggressori. È stata accusata e condannata al carcere, dove ha affrontato la dura realtà del sistema giudiziario penale in quanto donna trans.

L'esperienza della McDonald mette in luce la discriminazione e la violenza sistemica di cui sono vittime le persone transgender, in particolare le donne transgender di colore. Durante la sua detenzione, è diventata una sostenitrice dei diritti delle persone transgender e del movimento per l'abolizione delle carceri. Dopo il suo rilascio nel 2014, McDonald ha continuato il suo attivismo, lavorando per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle intersezioni tra razza, genere e sistema giudiziario penale. Ha parlato ampiamente delle sue esperienze, sostenendo la necessità di cambiare le politiche e di migliorare il sostegno alle comunità emarginate.

La sua vita riflette le lotte che molte persone transgender devono affrontare, tra cui la violenza, le ingiustizie legali e la lotta per ottenere visibilità e pari diritti. Nonostante queste sfide, McDonald ha trasformato le sue esperienze personali in un potente strumento per il cambiamento, ispirando molte persone all'interno e all'esterno della comunità LGBTQIA+. McDonald ha usato le sue esperienze per informare le atre persone attraverso discorsi pubblici, interviste e scritti.

Felix Jaehn
è un DJ, produttore musicale e remixer tedesco noto per la musica tropical house e per successi internazionali come “Cheerleader” (un remix della canzone di OMI) e “Ain't Nobody (Loves Me Better)” con Jasmine Thompson. Nato il 28 agosto 1994 ad Amburgo, in Germania, Jaehn ha sviluppato una passione precoce per la musica: ha iniziato a suonare il violino in giovane età e successivamente è passato alla musica elettronica, facendosi rapidamente un nome nella scena musicale mondiale.

Nel febbraio 2018, Felix Jaehn ha fatto pubblicamente coming out come bisessuale in un'intervista al quotidiano tedesco Die Zeit: Jaehn ha descritto di aver lottato con la sua identità sessuale durante l'adolescenza e la prima età adulta. Crescendo, Felix Jaehn ha sentito la pressione di conformarsi alle norme sociali in materia di relazioni e sessualità, il che ha portato a confusione e conflitto interiore. Prima di dichiararsi pubblicamente, Jaehn si è preso del tempo per esplorare e comprendere la sua sessualità, cercando una terapia e impegnandosi nell'auto-riflessione. Come personaggio pubblico, Jaehn ha sentito il peso delle aspettative dei fan e dell'industria musicale, che spesso promuovono certi stereotipi sulla mascolinità e sulla sessualità, rendendo più impegnativo il viaggio verso l'accettazione di sé. Facendo coming out, Jaehn sperava di sfidare questi stereotipi e di incoraggiare gli altri a essere autentici. Jaehn ha espresso sollievo e felicità per essere riuscito a vivere in modo aperto e autentico e ha anche sottolineato l'impatto positivo che il coming out ha avuto sulla salute mentale, affermando che l'apertura sulla propria sessualità gli ha permesso di sentirsi più connesso alla musica e al pubblico. In seguito al coming out, Jaehn si è fatto portavoce dei diritti e della rappresentanza LGBTQIA+.

Da quando ha fatto coming out, Felix Jaehn continua a essere una figura influente nell'industria musicale, bilanciando la carriera con la vita privata. Felix Jaehn vuole essere un modello per coloro che stanno percorrendo il proprio cammino alla scoperta di se stessi. Il Dj trentenne aveva già fatto coming out come pansessuale e non binario e aveva scelto il nome di genere neutro Fee, mentre come DJ utilizzava ancora il nome Felix Jaehn. Nell'agosto del 2024, Felix Jaehn ha cancellato tutti i concerti a causa di problemi di salute mentale. Felix Jaehn ha annunciato di sentirsi “troppo vulnerabile per esibirsi” e di aver bisogno di tempo per concentrarsi sul proprio benessere. Nonostante le cancellazioni, Felix Jaehn continua a pubblicare nuova musica.

Ora diamo uno sguardo alla rappresentazione mediatica e alle biografie di fantasia: ci sono molti testi, film e altri prodotti culturali che rappresentano identità diverse.

Ecco alcuni esempi:

"Hidden Figures" (2016, regia di Theodore Melfi):
“Hidden Figures” è un dramma storico americano potente che racconta la storia ispiratrice e mai raccontata di tre brillanti donne afroamericane il cui eccezionale talento matematico e ingegneristico è stato fondamentale per le prime missioni spaziali della NASA.
  • Katherine Johnson (interpretata da Taraji P. Henson): Un genio della matematica che ha calcolato le traiettorie di molte missioni della NASA, tra cui il volo di successo dell'astronauta John Glenn a bordo del Friendship 7. Il suo lavoro è stato fondamentale per garantire la sicurezza e la precisione della missione
  • Dorothy Vaughan (interpretata da Octavia Spencer): Supervisionava ad interim l'Unità di calcolo della zona occidentale, ma non ne aveva ricevuto nè il titolo ufficiale, nè la retribuzione. La Vaughan divenne esperta di FORTRAN, un primo linguaggio di programmazione per computer, e guidò la transizione del suo team verso i nuovi computer IBM introdotti alla NASA.
  • Mary Jackson (interpretata da Janelle Monáe): Un'aspirante ingegnere che ha lottato contro le politiche segregazioniste per diventare la prima donna nera ingegnere della NASA. Ha affrontato numerose sfide nel suo percorso di istruzione e riconoscimento professionale, ma alla fine è riuscita a rompere le barriere.
Ambientato sullo sfondo degli Stati Uniti razzialmente segregati degli anni Sessanta, il film ritrae vividamente gli straordinari contributi delle donne mentre affrontano gli ostacoli del razzismo sistemico e dei pregiudizi di genere. Non solo cerca di evitare stereotipi dannosi, ma li trascende. Questi personaggi sono rappresentati come altamente intelligenti, dediti e parte integrante del successo del programma spaziale statunitense.

“Hidden Figures” rappresenta identità diverse mostrando le esperienze delle donne nere in un campo prevalentemente bianco e maschile. Rappresenta in modo efficace l'intersezione tra etnia e genere. Il film viene spesso utilizzato in contesti educativi per discutere di argomenti come l'uguaglianza etnica e di genere, la storia del Movimento per i diritti civili e l'importanza della diversità nei settori STEM. È stato incluso nei programmi scolastici per insegnare la storia di queste figure nascoste e i loro contributi significativi alla scienza e alla società.

"The Hate U Give" (2017, scritto da Angie Thomas):
"The Hate U Give” è un romanzo per giovani adulti che esplora i temi dell'etnia, dell'identità e della giustizia sociale. La storia segue Starr Carter, una ragazza afroamericana di 16 anni che naviga tra due mondi: il quartiere povero e prevalentemente nero in cui vive e la scuola privata benestante e prevalentemente bianca che frequenta. La vita di Starr prende una svolta drammatica quando assiste all'uccisione del suo amico d'infanzia, Khalil, da parte di un agente di polizia bianco durante un controllo stradale. Khalil era disarmato. Come unica testimone, Starr si trova sotto i riflettori nazionali e deve affrontare pressioni da ogni parte. I media dipingono Khalil come uno spacciatore e un delinquente, mentre la comunità di Starr si mobilita per ottenere giustizia. Nel frattempo, Starr è alle prese con la propria identità, la paura di parlare e le potenziali ripercussioni sulla sua famiglia e sulla comunità. Il romanzo esplora il viaggio di Starr che trova la sua voce e decide di parlare contro l'ingiustizia, nonostante i rischi personali che comporta.

Il libro è stato ampiamente apprezzato per la sua rappresentazione di identità diverse, in particolare per la rappresentazione delle esperienze degli afroamericani e dell'intersezione tra etnia, classe e giustizia sociale.

Il romanzo è diventato un fenomeno culturale significativo ed è ampiamente utilizzato in contesti educativi per discutere di questioni legate all'etnia, alla violenza della polizia e al movimento Black Lives Matter. Il libro è stato successivamente adattato in un film di successo nel 2018, diretto da George Tillman Jr..

“The Hate U Give” è un romanzo potente e importante che rappresenta con successo identità diverse, in particolare nella sua rappresentazione delle esperienze degli afroamericani. Ha avuto un impatto significativo nell'evidenziare le questioni di etnia e giustizia sociale.

"Moonlight" (2016, scritto da Barry Jenkins):
“Moonlight” è un film di formazione drammatico americano basato sull'opera teatrale semi-autobiografica inedita di Tarell Alvin McCraney ‘In Moonlight Black Boys Look Blue’. Il film racconta la storia di un giovane nero alle prese con la propria identità e sessualità mentre cresce in un quartiere malfamato di Miami.

“Moonlight” segue Chiron attraverso tre fasi della sua vita: da ragazzo Chiron, soprannominato “Little”, vive con la madre tossicodipendente ed è vittima di bullismo perché diverso. Trova sostegno in Juan, uno spacciatore che diventa una figura paterna, e nella sua ragazza Teresa. Da adolescente, Chiron lotta con la sua sessualità ed è vittima di bullismo a scuola. Condivide un momento di tenerezza con il suo amico Kevin, ma in seguito Kevin lo tradisce sotto la pressione dei coetanei, provocando un incidente violento che cambia il percorso di Chiron. In età adulta, Chiron, ora chiamato “Black”, è uno spacciatore di droga ad Atlanta, che riflette l'influenza di Juan. Una telefonata di Kevin lo riporta a Miami, costringendo Chiron ad affrontare il suo passato e i suoi sentimenti irrisolti.

La storia viene utilizzata in ambito educativo come strumento per esplorare un'ampia gamma di temi sociali, culturali e psicologici. Viene spesso utilizzata per discutere i temi dell'etnia, della mascolinità e delle identità LGBTQIA+. I contenuti maturi del film, tra cui i temi dell'uso di droghe, della violenza e della sessualità, richiedono un'attenta considerazione dell'età e del livello di maturità degli studenti. Chi insegna spesso fornisce il contesto e le avvertenze prima della visione, e le discussioni sono facilitate per garantire un ambiente rispettoso e solidale.




1.1 Il contesto nazionale come influenza sulla situazione personale
Questa sezione esplora i contesti nazionali di Bulgaria, Francia, Germania, Italia e Spagna, mostrando come le diverse forme di discriminazione e privilegio si intersecano in questi Paesi, dando forma alle esperienze dei gruppi emarginati. Comprendendo le sfide e le opportunità uniche di ciascuna nazione, il paragrafo mira ad approfondire la conoscenza dell'intersezionalità e delle sue implicazioni nei diversi contesti europei.

Bulgaria
La legislazione bulgara garantisce l'uguaglianza di genere attraverso varie leggi, ma le tradizionali norme patriarcali persistono, influenzando i ruoli e le opportunità sociali delle donne. Il divario retributivo tra i sessi è in media del 12,6%, anche in settori dominati dalle donne come l'istruzione e la sanità. Le donne occupano il 27% dei seggi parlamentari e nel Parlamento europeo solo 4 quote su 17 sono occupate da donne. Manca il riconoscimento giuridico e sociale delle identità di genere non binarie e diverse. Tuttavia, un progresso notevole è l'inclusione nel Codice penale dei crimini d'odio basati sull'orientamento sessuale, prevista per il 2023, che segna un progresso nella tutela delle persone LGBTQIA+..

In Bulgaria, la Costituzione stabilisce che l'Ortodossia orientale è la religione tradizionale, con istituzioni religiose separate dallo Stato. Al censimento del 2021, il 65% dei bulgari si identifica come cristiano e il 10% come musulmano. Un sondaggio del 2023 rivela che il 53% dei bulgari si considera religioso, il 29% non religioso e il 9% ateo. Il panorama religioso riflette credenze diverse, ma le persone LGBTQIA+ spesso affrontano sfide per ottenere accettazione e sostegno, intersecandosi con le questioni relative agli atteggiamenti religiosi e culturali verso l'orientamento sessuale e l'identità di genere.

In Bulgaria, le divisioni tra le classi sociali sono pronunciate, esacerbate dalla transizione dal comunismo e dalle sfide economiche in corso. La classe superiore, che comprende ricchi imprenditori e personalità politiche, esercita un'influenza significativa. La classe media in espansione deve affrontare l'instabilità economica nonostante la crescita. La classe operaia ha salari bassi e un accesso limitato all'istruzione e all'assistenza sanitaria, mentre la classe più bassa, che comprende gruppi etnici emarginati e abitanti delle aree rurali, lotta contro la povertà e la sottoccupazione. La disuguaglianza di reddito è grave: il 20% più ricco guadagna molto di più dei più poveri. Questa disparità si ripercuote sulle persone LGBTQIA+, che possono trovarsi ad affrontare sfide aggiuntive a causa dell'intersecarsi di svantaggi economici e sociali.

L'omosessualità è stata depenalizzata in Bulgaria nel 1968, ma manca il riconoscimento legale per le coppie dello stesso sesso e le persone transgender. I matrimoni e le unioni civili tra persone dello stesso sesso non sono riconosciuti, il che incide su diritti e benefici, mentre le persone transgender hanno difficoltà a cambiare i documenti legali, con ripercussioni sull'accesso all'assistenza sanitaria e alle opportunità di lavoro. L'atteggiamento dell'opinione pubblica è conservatore, con opinioni fortemente negative sulle questioni LGBTQIA+, soprattutto nelle aree rurali. I centri urbani come Sofia sono più accettati, ma i servizi di supporto sono scarsi e forniti per lo più da ONG. Inoltre, l'educazione sessuale è largamente assente nelle scuole a causa delle resistenze politiche, aggravando le sfide per le persone LGBTQIA+.. Il panorama etnico della Bulgaria è variegato: i bulgari costituiscono l'85% della popolazione e gruppi minoritari significativi includono persone turche (8-10%), principalmente musulmane, e rom (5%). Persistono tensioni storiche e culturali, in particolare atteggiamenti negativi nei confronti delle persone turche dovuti ai conflitti storici e alle politiche di assimilazione forzata durante il comunismo. La comunità rom deve affrontare gravi sfide economiche e sociali, tra cui alti tassi di povertà e discriminazione. Questi problemi intersecati complicano le esperienze delle persone LGBTQIA+ all'interno di questi gruppi, che si trovano a dover affrontare discriminazioni etniche e basate sull'identità sessuale o di genere. La complessità delle dinamiche etniche e culturali della Bulgaria influenza il livello di accettazione e sostegno delle persone LGBTQIA+..

Il quadro giuridico bulgaro garantisce l'uguaglianza di genere, ma le sfide persistono, in particolare per le persone LGBTQIA+. Pur avendo ratificato le convenzioni internazionali a sostegno dei diritti delle donne, la Bulgaria non ha ratificato la Convenzione di Istanbul, il che riflette l'attuale resistenza a tutele più ampie. La discriminazione intersezionale è prevalente, soprattutto per le persone LGBTQIA+ che si trovano ad affrontare sfide aggiuntive dovute sia al genere che all'orientamento sessuale. Nonostante le tutele legali, gli atteggiamenti della società rimangono conservatori, soprattutto nelle aree rurali, limitando l'efficacia di queste leggi e l'inclusione delle persone LGBTQIA+ in vari ambiti sociali.

In Bulgaria, le leggi contro la discriminazione esistono ma vengono applicate in modo incoerente, in particolare per i gruppi emarginati come le minoranze rom e turche. La discriminazione intersezionale è prevalente e le persone LGBTQIA+, soprattutto quelle provenienti da contesti rom o turchi, devono affrontare una grave esclusione e stigmatizzazione. Le donne rom e le persone LGBTQIA+ devono affrontare sfide aggiuntive a causa della loro etnia, del loro genere e del loro orientamento sessuale, che spesso si traducono in esclusione sociale e accesso limitato all'istruzione, all'occupazione e all'assistenza sanitaria.

Francia
Secondo una ricerca condotta in Francia nel 2020 e nel 2022, più della metà delle persone rifiuta gli stereotipi di genere, mentre una su quattro li accetta e un altro quarto è ambivalente.

Tra i fattori che aumentano l'adesione agli stereotipi vi sono il sesso maschile, gli over 65, la religione, gli immigrati o il basso livello di istruzione. La ricerca evidenzia la persistente disuguaglianza domestica: gli stereotipi di genere sono correlati a ruoli domestici diseguali. Sebbene l'uguaglianza di genere sia prevista per legge, i ruoli tradizionali persistono in ambito professionale, sociale e familiare, enfatizzando i compiti separati per uomini e donne. Negli ultimi decenni, l'atteggiamento francese nei confronti dell'omosessualità è cambiato notevolmente. Un sondaggio dell'Associazione per la ricerca sui sistemi di valori (Arval) mostra che la tolleranza nei confronti dell'omosessualità è raddoppiata tra il 1981 e il 2018, con il 90% dei francesi che considera l'omosessualità un modo normale di vivere la propria sessualità.

Anche le opinioni sui diritti delle coppie omosessuali sono cambiate. Tuttavia, l'omosessualità non è ancora pienamente accettata in tutti gli aspetti della vita pubblica. Circa il 15% dei francesi ritiene che i rapporti sessuali debbano essere riservati alle coppie eterosessuali, mentre è più forte l'opposizione all'adozione e alla MAP per le coppie omosessuali. Ogni anno, circa 140.000 persone dichiarano di essere vittime di abusi omofobici, a dimostrazione del fatto che, nonostante la maggiore accettazione, l'omosessualità non è ancora pienamente integrata nella società francese.

Dal punto di vista giuridico, in Francia non esistono minoranze nazionali: dalla Rivoluzione francese esiste una sola nazione nella Francia continentale e le statistiche etniche non sono consentite.

Tuttavia, come osservazione generale, le persone immigrate e i loro discendenti possono condividere caratteristiche legate alle loro origini che possono influenzare la loro situazione lavorativa: cognome, religione, colore della pelle, pratiche culturali, ecc. Inoltre, le persone immigrate incontrano difficoltà proprie, associate all'esperienza migratoria (competenze linguistiche, riconoscimento delle qualifiche, ostacoli amministrativi legati alla nazionalità, ecc.) Inoltre, le persone immigrate sperimentano difficoltà specifiche, associate all'esperienza migratoria (padronanza della lingua, riconoscimento dei diplomi, barriere amministrative legate alla nazionalità, ecc.) Se alle difficoltà specifiche delle persone immigrate si aggiungono le caratteristiche legate all'origine, è possibile individuare, di contro, il ruolo dell'origine nella persistenza delle disuguaglianze occupazionali e salariali tra immigrati e discendenti di immigrati.

Il quadro giuridico in materia LGBTQIA+ applicabile in Francia è cambiato radicalmente negli ultimi decenni, passando dalla repressione degli stili di vita delle persone LGBTQIA+ alla parità di diritti. Tuttavia, stereotipi e pregiudizi sono ancora vivi e vegeti, alimentando discorsi d'odio, discriminazioni e violenze, che fanno ancora troppo spesso parte della vita quotidiana delle persone, mentre allo stesso tempo molti diritti rimangono inefficaci. Nonostante le misure adottate per promuovere la parità di diritti per le persone LGBTQIA+ a partire dagli anni 2000, le indagini nazionali sulla vittimizzazione mostrano che il livello di violenza anti-LGBTQIA+ rimane elevato (nel 2019, il 55% delle persone LGBTQIA+ ha dichiarato di aver subito violenza legata al proprio orientamento sessuale o alla propria identità di genere nel corso della vita).

Il concetto di intersezionalità ha suscitato un dibattito a causa del suo approccio complesso e sfumato all'identità sociale, che combina genere, etnia e classe. Mentre alcuni critici lo vedono come una minaccia alla tradizionale analisi sociologica incentrata sulla classe, altri lo considerano un approccio essenziale per comprendere le molteplici sfaccettature dell'oppressione e della disuguaglianza nel mondo moderno.

In Francia, il concetto è ancora recente e ci vorrà del tempo prima che venga compreso attraverso la lente dei valori fondamentali della Repubblica francese.

Germania
La Germania ha compiuto notevoli progressi in materia di diritti LGBTQIA+, tra cui il riconoscimento di una terza opzione di genere (“diverso”) dal 2018. Tuttavia, persistono sfide come la discriminazione, le lunghe procedure legali per i cambiamenti di genere e i diversi livelli di accettazione pubblica. Le intersezioni con la razza e l'immigrazione esacerbano ulteriormente le disparità, soprattutto per le donne di colore e le donne immigrate. Sebbene i quadri giuridici e l'assistenza sanitaria per le persone transgender siano migliorati, permangono lacune nell'accesso alle cure e al sostegno. Esistono differenze regionali nell'accettazione delle persone LGBTQIA+: le grandi città sono spesso più inclusive delle aree rurali. Le attività di advocacy in corso mirano a migliorare la rappresentanza e a semplificare le procedure legali.

Il panorama religioso della Germania è vario, con una predominanza del cristianesimo e una presenza significativa di individui non religiosi, soprattutto nell'ex Germania dell'Est. Anche l'Islam, l'Ebraismo, il Buddismo e l'Induismo contribuiscono a questa diversità. L'integrazione delle persone musulmane e la lotta all'islamofobia e all'antisemitismo sono sfide continue, accentuate dal recente afflusso di rifugiati. I diritti delle persone LGBTQIA+ variano in modo significativo: alcune chiese protestanti sostengono il matrimonio tra persone dello stesso sesso, mentre la Chiesa cattolica rimane conservatrice. Le opinioni islamiche sulle questioni LGBTQIA+ sono generalmente tradizionali, il che rappresenta una sfida per le persone musulmane LGBTQIA+. I gruppi musulmani progressisti stanno lavorando per ottenere una maggiore accettazione e sostegno all'interno delle loro comunità.

La riunificazione della Germania nel 1990 ha evidenziato le disparità economiche tra Est e Ovest, con una disoccupazione più elevata e salari più bassi nell'Est. Sebbene la Germania abbia forti tutele sociali e diritti LGBTQIA+ progressisti, la disuguaglianza economica rimane significativa e colpisce le persone LGBTQIA+ in modo diverso a seconda della loro classe sociale. Le persone LGBTQIA+ a basso reddito devono affrontare maggiori difficoltà nell'accesso a supporto e opportunità rispetto alle loro controparti più ricche. La classe sociale e il background migratorio incidono anche sul livello di istruzione, perpetuando la povertà. Gli sforzi per affrontare queste disuguaglianze includono politiche inclusive e sistemi di sostegno sociale, con una crescente attenzione alla giustizia sociale e all'uguaglianza economica.

Gli atti omosessuali sono stati decriminalizzati in Germania nel 1994 e il matrimonio tra persone dello stesso sesso è legale dal 2017, con diritti di adozione concessi. La legge generale sulla parità di trattamento (2006) vieta la discriminazione basata sull'orientamento sessuale. Nonostante l'aumento dell'accettazione sociale e delle tutele legali, l'omofobia e la transfobia persistono, con tassi significativi di criminalità anti-queer. Le persone transgender e LGBTQIA+ di colore corrono rischi maggiori di violenza e discriminazione. Sebbene la rappresentazione e la visibilità nei media e nella vita pubblica stiano migliorando, la piena inclusione rimane una sfida. Gli eventi dell'orgoglio tedesco e il sostegno ai rifugiati LGBTQIA+ evidenziano gli sforzi in corso per ottenere diritti e protezione. La diversità etnica della Germania è aumentata a causa della migrazione storica e dei recenti afflussi di rifugiati, in particolare a causa della crisi del 2015. La legge generale sulla parità di trattamento (2006) vieta la discriminazione etnica e le politiche di integrazione sostengono le persone immigrate con corsi di lingua e formazione professionale. Nonostante queste misure, le minoranze etniche, in particolare quelle provenienti da Paesi non appartenenti all'UE, devono affrontare notevoli disuguaglianze in materia di occupazione, istruzione e alloggio. Persistono xenofobia e razzismo, esacerbati dal crescente populismo di destra. Movimenti come Black Lives Matter stanno evidenziando il razzismo sistemico e spingono per riforme che migliorino l'integrazione e affrontino le disparità. Le recenti discussioni si concentrano sulla necessità di rendere le politiche di immigrazione e asilo più inclusive.

La Legge fondamentale della Germania (Grundgesetz) garantisce la dignità umana e l'uguaglianza, e sostiene le tutele legali per le persone LGBTQIA+. Sebbene le leggi e le politiche promuovano l'uguaglianza di genere e affrontino i crimini d'odio, l'applicazione e l'efficacia sono problematiche. Lo Stato sociale offre una sicurezza sociale completa, ma le persone LGBTQIA+, in particolare quelle transgender, devono affrontare continue discriminazioni e sfide legali, soprattutto nelle aree rurali e conservatrici. L'accettazione e il sostegno ai diritti delle persone LGBTQIA+ variano notevolmente, evidenziando la necessità di continui progressi e di una migliore applicazione delle tutele esistenti.

Il solido quadro normativo tedesco protegge dalla discriminazione, ma le persone LGBTQIA+, in particolare quelle appartenenti a minoranze etniche, spesso subiscono una discriminazione maggiore a causa delle identità intersezionali. L'ascesa delle ideologie di destra ha esacerbato queste sfide, portando a un aumento dell'ostilità e dell'esclusione. Le donne di colore, le donne musulmane e le rifugiate LGBTQIA+ subiscono discriminazioni aggravate in vari ambiti, tra cui l'occupazione, l'istruzione e l'assistenza sanitaria. Nonostante le tutele legali, le persone transgender e LGBTQIA+ provenienti da contesti emarginati continuano ad affrontare ostacoli significativi, evidenziando la necessità di approcci più inclusivi e intersezionali per combattere la discriminazione.

Italia
In Italia non esiste una legge contro i discorsi d'odio né circostanze aggravanti per i crimini d'odio motivati dalla queerfobia. L'unica legge antidiscriminazione che protegge le persone queer è la direttiva europea che vieta la discriminazione basata sull'orientamento sessuale sul posto di lavoro. Il processo di transizione delle persone trans è riconosciuto dalla legge e supportato dal sistema sanitario nazionale, ma non vi è alcun riconoscimento delle identità non binarie e nessuna tutela dell'integrità corporea delle persone intersessuali.

L'Italia è stato l'ultimo Paese dell'Europa occidentale a riconoscere le unioni civili per le coppie dello stesso sesso, ma non il diritto di sposarsi o di adottare. In Italia, l'educazione sessuale non è una materia scolastica obbligatoria. Ogni scuola può scegliere se insegnarla o meno. Secondo un'indagine del Corriere della Sera del 2024, quasi nessuna scuola primaria organizza corsi di educazione sessuale. Nelle scuole superiori, solo un quarto delle scuole organizza questi corsi, che di solito durano solo 6 ore.

Ne consegue una diffusa ignoranza sulla sessualità in generale e ancor più sulle identità sessuali minoritarie.. Il termine “intersezionalità” è adottato da molte organizzazioni, a volte più come auspicio che come metodo di lavoro: la maggior parte delle organizzazioni politiche e sociali continua a concentrarsi esclusivamente su singoli fattori, come il genere, l'orientamento sessuale o l'etnia. Ad esempio, la metà delle organizzazioni femministe sostiene la comunità queer, mentre una minoranza di organizzazioni è impegnata nella lotta al razzismo e nella difesa dei diritti delle persone migranti e con disabilità.

Per comprendere la complessità della questione intersezionale, possiamo prendere come esempio le persone queer cattoliche. In Italia, le persone queer sono una minoranza oppressa, mentre è comunemente riconosciuto che la Chiesa cattolica esercita una forte influenza sociale e politica.

Ma essere queer e cattolici non significa “aggiungere” un fattore di discriminazione a uno di privilegio, visto che la Chiesa cattolica continua a condannare l'omosessualità e ad opporsi ai diritti delle persone LGBTQIA+. D'altra parte, la posizione all'interno della Chiesa cattolica non è monolitica e in Italia esistono associazioni di queer cristiani molto consolidate e visibili.

Al contrario, i credenti queer di altre confessioni non sono molto visibili. L'esperienza del progetto Musulmani Omosessuali in Italia si è conclusa da pochi anni e la dottrina egualitaria della Chiesa valdese, che ad esempio equipara coppie di sesso opposto e coppie dello stesso sesso, è poco conosciuta.

Per quanto riguarda il razzismo, la crescente xenofobia nel Paese e l'invisibilità mediatica delle persone razzializzate si riflette anche nella comunità LGBTQIA+.

La comunità si rappresenta quasi esclusivamente attraverso i bianchi, mentre le persone razzializzate sono generalmente relegate a parlare di immigrazione e diritto d'asilo.

A questo proposito, è importante sottolineare come le riforme di tutti i governi recenti abbiano reso sempre più difficile nella pratica il riconoscimento del diritto (sancito dalle leggi) alla protezione internazionale delle persone LGBTQIA+. Un'altra difficoltà è rappresentata dalla lingua: le informazioni su quali siano i diritti delle persone LGBTQIA+ in Italia e su come farli valere sono spesso di difficile accesso per chi non padroneggia la lingua italiana.

Secondo uno studio del Centro di Ricerca Politesse dell'Università di Verona, l'atteggiamento nei confronti dell'omosessualità varia poco tra le classi sociali, mentre c'è una maggiore accettazione del transgenderismo nelle classi più abbienti.

D'altra parte, una persona queer e povera deve affrontare contemporaneamente la queerfobia e l'emarginazione sociale ed economica. Ciò è particolarmente drammatico per le persone trans, che hanno maggiori difficoltà a entrare nel mondo del lavoro e che spesso devono accettare la sottoccupazione o lavori indesiderati per sopravvivere.

Spagna
La dittatura di Franco (terminata nel 1975) ha imposto rigidi ruoli di genere, limitato i diritti delle donne e ristretto l'accesso all'istruzione e al lavoro. Purtroppo, per rimarginare le ferite del fascismo e della guerra civile occorre molto tempo. Attualmente, non solo ci sono ancora funzionari di alto livello nelle istituzioni pubbliche con questa ideologia, ma la discriminazione sociale persiste.

Queste discriminazioni sono evidenti nel mondo del lavoro. Le donne sono pagate meno e hanno meno accesso a posizioni di responsabilità nelle aziende. La popolazione trans ha tassi di disoccupazione e sottoccupazione più alti rispetto alla popolazione generale e il 77% ha subito discriminazioni nella ricerca di un lavoro; inoltre, anche le identità non binarie faticano a essere comprese e accettate nelle strutture lavorative tradizionali.

Per il resto della popolazione LGBTQIA+, invece, il tasso di occupazione è più alto rispetto alla popolazione generale. Ciò è probabilmente dovuto, da un lato, al fatto che una percentuale maggiore di giovani si identifica come queer e, dall'altro, al fatto che una percentuale minore della popolazione LGBTQIA+ è impegnata in lavori domestici non retribuiti.

Le persone LGBTQIA+ (e in particolare le persone trans), soprattutto quelle con scarsa istruzione e reddito basso o nullo, sono anche le più colpite dal fenomeno dei senzatetto. La metà delle persone trans ha sperimentato la condizione di senzatetto nella propria vita.

La Spagna ha attuato politiche per combattere la discriminazione. Tra gli esempi più recenti, possiamo citare tre leggi del 2023, di cui illustriamo solo alcuni punti salienti. Una prima legge consente alle persone di età pari o superiore ai 16 anni di cambiare legalmente il proprio sesso senza necessità di cure mediche. Una seconda legge consente alle coppie di donne di essere riconosciute automaticamente come genitori, senza dover essere sposate e passare per l'adozione. Infine, una terza legge garantisce che tutti i tipi di famiglia siano riconosciuti e godano di pari diritti.

Purtroppo, il cambiamento culturale e sociale è in ritardo, poiché la Chiesa cattolica continua ad avere una forte influenza sulla società e la popolazione spagnola cresciuta sotto il franchismo è spesso più resistente al cambiamento.

La maggioranza assoluta della popolazione spagnola si identifica come cattolica (anche se il numero di credenti è in costante diminuzione), mentre solo la maggioranza relativa della popolazione LGBTQIA+ è cattolica. Ciò è probabilmente dovuto anche alla storica alleanza tra la dittatura franchista e la Chiesa cattolica, basata sulla difesa dei valori patriarcali. Quasi l'8% della popolazione LGBTQIA+ del Paese professa religioni minoritarie (rispetto al 2,5% della popolazione generale).

Il tema dell'intersezionalità è di grande importanza, se si considera che circa un terzo della popolazione LGBTQIA+ spagnola dichiara di appartenere a una minoranza (etnica, religiosa, funzionale...) oltre a quella sessuale. Tuttavia, solo il 6,6% della popolazione migrante si dichiara LGBTQIA+, a differenza dell'11,7% della popolazione generale e del 10% circa dei richiedenti asilo. I dati sulla popolazione migrante non richiedente asilo sembrano mostrare una difficoltà a riconoscersi e/o dichiararsi come appartenente a una minoranza sessuale. Dal 2006, l'educazione sessuale è una materia trasversale nelle scuole e affronta la violenza di genere e la diversità affettivo-sessuale, ma non esiste un percorso di studi obbligatorio per questa materia.

Non esiste una legge specifica che affronti in modo esaustivo i diritti sessuali delle persone con disabilità. L'Unità HIV dell'Hospital Clínic di Barcellona ha riportato dati epidemiologici allarmanti tra le lavoratrici del sesso trans latinoamericane, chiedendo lo sviluppo di linee guida cliniche specifiche per questo gruppo.




1.2 Dalle realtà di vita alla teoria
Questo paragrafo approfondirà gli aspetti teorici dell'intersezionalità e della discriminazione. Verrà fornita un'analisi dei concetti di privilegio e oppressione, per poi concentrarsi sulla definizione e sul background teorico dell'intersezionalità. Infine, si presterà particolare attenzione alle forme di discriminazione con riferimento al diritto dell'UE.

Privilegio e oppressione
L'analisi intersezionale consente una nuova lettura dei fenomeni sociali e, in particolare, della discriminazione, mettendo in discussione le categorie e guardando invece alle dinamiche di potere e quindi di privilegio e oppressione che si generano in determinati contesti.

Pensare alle differenze in termini di relazioni di potere, privilegi e oppressioni, ci porta a mettere in discussione l'idea che siamo tutti uguali e abbiamo le stesse possibilità, perché è un dato di fatto che alcune persone partono da una posizione di svantaggio, ad esempio per il colore della pelle, il genere, la classe sociale, l'orientamento sessuale... Questa visione è fondamentale per capire che non basta fornire le stesse risorse a tutti, perché è difficile che una persona che parte da una posizione di svantaggio raggiunga la stessa posizione e abbia la stessa qualità di vita di una persona che si trova in una posizione privilegiata. E questo discorso va poi intersecato con altre linee di oppressione che possono o meno facilitare il percorso di vita di questa persona. Qui sta la differenza tra uguaglianza ed equità, dove si passa da considerare tutti uguali a garantire a tutti le stesse opportunità, tenendo conto delle differenze e dei privilegi.

Attività interattiva 1
Leggi le descrizioni e scegli: sono esempi di uguaglianza o di equità?


Uguaglianza non significa equità
Riconoscere e identificare il privilegio e l'oppressione facilita la comprensione di come l'essere privilegiati o oppressi influisca sulle esperienze di vita sia in generale che nel contesto specifico dell'istruzione.

Privilegio

Gli autori Linda L. Black e David Stone, nel loro articolo “Expanding the definition of privilege: the concept of social privilege” (“Ampliare la definizione di privilegio: il concetto di privilegio sociale”), identificano cinque componenti del privilegio:
  • È un vantaggio speciale; non è né comune né universale. È speciale perché appartiene solo a poche persone e perché non è trasferibile.
  • È concesso, non guadagnato o ottenuto attraverso lo sforzo o il talento individuale
  • È un diritto o un'autorizzazione che fornisce uno status o un rango privilegiato. Pertanto, consente un accesso più facile a opportunità o risorse.
  • Viene esercitato a beneficio di chi lo riceve, escludendo o danneggiando altre persone. Il merito non ha nulla a che vedere con esso.
  • Spesso la persona che lo possiede non ne è consapevole. Non ci rendiamo conto del nostro privilegio finché non ci imbattiamo in coloro che non lo hanno. Finché non ci avviciniamo e osserviamo con i nostri occhi chi subisce il razzismo, il sessismo o chi non ha potuto studiare. Oppure quando viaggiamo e ci troviamo in luoghi lontani dove il nostro privilegio non conta più, e allora ci sentiamo discriminati.
Il privilegio è stato studiato per la prima volta nei contesti di razza e di genere; il privilegio delle persone bianche o di sesso maschile sono i casi più comunemente studiati e citati. Ma oggi sappiamo che esistono molti tipi di privilegio sociale. Per esempio, il privilegio dell'orientamento sessuale, il privilegio di classe, il privilegio dell'abilità, il privilegio religioso, il privilegio anagrafico...

Quando si parla di privilegio, è importante notare che queste forme di privilegio possono combinarsi tra loro (ad esempio, un giovane bianco abile che appartiene a una classe socio-economica elevata).

Ci sono due approcci che possono essere adottati per comprendere il privilegio. In primo luogo, si può riconoscere come le strutture sociali possano avvantaggiarci, ad esempio attraverso il colore della pelle, il genere o l'abilità fisica. In secondo luogo, si può prendere coscienza del fatto che gli altri potrebbero non condividere questi vantaggi, soprattutto in ambienti condivisi come le classi.

In questo modo, ti assumi la responsabilità personale di mitigare gli svantaggi che gli altri potrebbero subire senza colpa. Come insegnante, puoi fare molto per sostenere i tuoi studenti queer. Ad esempio, puoi farli sentire considerati inserendo nel tuo programma lezioni sul movimento e sulle persone LGBTQIA+, scenari che includano coppie dello stesso sesso e persone trans, o istituendo un gruppo Pride.

Riflettere sui propri privilegi e sulle loro intersezioni con quelli degli altri può aiutarti a superare gli ostacoli alla creazione di una comunità inclusiva e a fornirti gli strumenti per dare il meglio di te in un ambiente sempre più inclusivo.

Secondo Linda L. Black e David Stone, una delle componenti del privilegio è che spesso chi lo possiede non ne è consapevole. Pensa alla tua esperienza: hai mai acquisito la consapevolezza di avere un privilegio solo quando hai notato che qualcuno non lo aveva?

Attività interattiva 2


Oppressione
La parola oppressione può sembrare strana nella nostra società contemporanea, poiché per molte persone ha una connotazione di crudeltà evidente e visibile o di maltrattamento. Nelle moderne società occidentali, tuttavia, la natura dell'oppressione si è spostata in modo tale che l'oppressione funziona strutturalmente, il che significa che le persone sperimentano l'oppressione quando interagiscono con i sistemi sociali (come l'istruzione, i servizi sociali, le istituzioni finanziarie, le agenzie di assistenza sanitaria, ecc.) in modi che potrebbero non essere ovvi per altre persone che non sperimentano l'oppressione, o non la vivono nello stesso modo o allo stesso livello.

L'oppressione si manifesta a tutti i livelli ed è rafforzata da norme sociali, pregiudizi istituzionali, relazioni interpersonali e convinzioni personali.

La teorica femminista e politica Iris Marion Young è l'autrice del modello dei “Cinque volti dell'oppressione”. Nell'omonimo saggio, l'autrice fornisce un quadro di riferimento con categorie per i vari tipi di oppressione. Queste categorie sono:
  • Sfruttamento: si riferisce all'atto di utilizzare il lavoro delle persone per produrre profitto, senza compensarle equamente.
  • Emarginazione: è l'atto di relegare o confinare un gruppo di persone a una posizione sociale inferiore o a un limite o margine esterno della società (es. esclusione).
  • Impotenza: questa forma di oppressione si riferisce al fatto che in una società alcune persone sono relegate a essere impotenti e sono dominate dalla “classe dirigente”. Sono abituate a prendere ordini e raramente o mai hanno il diritto di darli.
  • Imperialismo culturale: è l'acquisizione della cultura da parte della “classe dirigente” e la sua affermazione come norma, definendo gli altri gruppi come devianti e/o inferiori.
  • Violenza: questa forma di oppressione si manifesta quando i membri di alcuni gruppi vivono sapendo di dover temere attacchi casuali e non provocati alle loro persone o proprietà.
È fondamentale che chi insegna possa identificare i molteplici modi in cui l'oppressione si manifesta o persiste per i propri studenti, per le diverse comunità e per sé, e possa iniziare a identificare il modo in cui può agire per spezzare la catena e cambiare le cose. Possiamo identificare il modo in cui il potere si manifesta solo quando siamo consapevoli e impegnati a comprendere il razzismo, il sessismo, il classismo, l'abilismo, l'eterosessismo e tutte le altre forme di oppressione che riguardano ognuno di noi.

Attività interattiva
Pensa alle categorie dei vari tipi di oppressione elencate da Iris Marion Young. Quale pensi sia la più comune nel Paese in cui vivi?

Definizione e background teorico dell’intersezionalità
Il termine intersezionalità è stato coniato nel 1989 dall'avvocatessa afroamericana Kimberlé Williams Crenshaw, nel saggio “Demarginalizing the Intersection of Race and Sex: A Black Feminist Critique of Antidiscrimination Doctrine, Feminist Theory and Antiracist Politics” (“Demarginalizzare l'intersezione tra razza e sesso: una critica femminista nera della dottrina antidiscriminatoria, della teoria femminista e della politica antirazzista”).

L'intersezionalità si è manifestata nella scrittura femminista nera fin dagli anni Sessanta. Michele Wallace è stata una pensatrice pionieristica in questo senso, criticando la misoginia all'interno del movimento Black Power e sottolineando la struttura comune a misoginia e razzismo. I testi di Angela Davis sono stati fondamentali per analizzare il rapporto tra classe e razza, esplorando il ruolo di entrambe nella particolare emarginazione delle donne nere. Anche Bell Hooks ha identificato il razzismo e il sessismo come forme intrinsecamente interconnesse di oppressione strutturale, indicando il movimento di liberazione nazionale nero come patriarcale e il femminismo come un movimento bianco e borghese, del tutto estraneo alle esigenze delle donne non bianche e povere.

Nel suo saggio, Crenshaw ha fornito un'analisi giuridica dei casi di discriminazione contro le donne nere e ha suggerito di utilizzare il termine intersezionalità per affrontare l'emarginazione delle donne afroamericane sia nella legislazione antidiscriminatoria che nella teoria e nella politica femminista e antirazzista. In particolare, la visione teorica di Crenshaw fu profondamente motivata dal caso di Emma DeGraffenreid. Nel 1976, Emma e altre quattro donne nere fecero causa alla General Motors per discriminazione. Sostenevano che l'azienda escludesse le donne nere.

Il caso di Emma fu respinto dal tribunale. Il giudice stabilì che l'azienda non aveva commesso discriminazioni di genere perché aveva assunto donne (donne bianche per le posizioni amministrative). Allo stesso modo, l'azienda non aveva commesso discriminazioni razziali perché aveva assunto persone di colore (uomini neri per il lavoro industriale). Tuttavia, il vero problema non è stato riconosciuto dal giudice. Emma stava cercando di dimostrare che le donne nere avevano subito un tipo specifico di discriminazione. Questa discriminazione non era solo la somma di quella subita dagli uomini neri e dalle donne bianche.

Nonostante fossero doppiamente colpite, le donne nere non hanno ricevuto attenzione da nessuno dei due gruppi. Sono state trascurate dal movimento per i diritti civili, dominato dagli uomini, e dal movimento femminista guidato per lo più da persone bianche benestanti.

È in questo contesto che Crenshaw ha sviluppato il concetto di intersezionalità, evidenziando le relazioni tra posizioni sociali e oppressione. Nel caso di Emma DeGraffenreid, considerare la razza e il genere come categorie di esperienza e di analisi reciprocamente esclusive ha portato all'invisibilità della sua posizione sociale segnata da molteplici oppressioni. Le prospettive analitiche che non riflettono l'interazione tra i sistemi di oppressione e privilegio non riescono ad affrontare questi problemi. La prospettiva intersezionale, invece, permette di considerare ogni problema come un insieme complesso e di tenere conto dei diversi livelli e categorie di oppressione che non si accumulano l'uno con l'altro, ma si combinano e si intersecano simultaneamente. Per questo motivo, la metafora più utilizzata è quella del traffico in un incrocio, che va e viene in tutte e quattro le direzioni. In questo modo, la discriminazione può fluire in ogni direzione. E se in un incrocio si verifica un incidente, questo può essere causato da auto che viaggiano in una qualsiasi delle direzioni e talvolta anche in tutte. Allo stesso modo, se una donna nera viene ferita in un incrocio, la sua lesione potrebbe derivare da una discriminazione sessuale o razziale. Ma non è sempre facile ricostruire un incidente: a volte i segni di frenata e le lesioni indicano semplicemente che questi due eventi si sono verificati contemporaneamente, e non dicono nulla su quale conducente abbia causato l'infortunio.

Adottare un approccio intersezionale significa riconoscere l'unicità dell'esperienza di ogni persona, nonché le possibili discriminazioni e forme di esclusione di cui è vittima. Significa anche riconoscere che il proprio sguardo e la propria conoscenza del mondo non sono mai neutrali, universali, ma sempre situati e determinati dal nostro posizionamento sociale e dalle dinamiche di potere in cui ciascuno di noi è inserito.

La prospettiva intersezionale consente di sviluppare politiche più inclusive che tengano conto delle esigenze di gruppi specifici, in modo che nessuno venga lasciato indietro e che tutte le persone siano adeguatamente rappresentate nelle politiche e nelle misure che le riguardano.

Inoltre, è importante sottolineare che, quando le oppressioni che si sovrappongono vengono ignorate, diventa più facile per le persone con posizioni estremiste diffondere la propria ideologia e creare divisioni all'interno dei gruppi progressisti. Questo cambiamento trasforma la discussione in un movimento “noi contro loro” piuttosto che in uno sforzo di collaborazione per lottare per la giustizia e l'equità per tutti. I gruppi estremisti si basano su questa mentalità per emarginare ulteriormente le persone e per mascherare la loro pericolosa ideologia con argomenti che incutono timore e che suggeriscono che “più diritti per loro significa meno diritti per noi”.

Attività interattiva 3

Forme di discriminazione e modalità di attuazione
La discriminazione è definita come un comportamento che causa la disparità di trattamento di una persona o di un gruppo di persone, sulla base della loro appartenenza a una determinata categoria. Si distingue tra diverse forme di discriminazione.

La discriminazione diretta si verifica quando si agisce per mettere una persona o un gruppo di persone in una situazione o posizione svantaggiosa. Un esempio di discriminazione diretta è la mancata assunzione di una persona musulmana, anche se qualificata per il lavoro, a causa della sua religione.

Al contrario, la discriminazione indiretta si verifica quando una norma, un regolamento o una pratica apparentemente neutri mettono - di fatto - una persona o una categoria di persone in una posizione di svantaggio. Un esempio di discriminazione indiretta è la richiesta a tutte le commesse di un negozio di tenere i capelli scoperti, colpendo così tutte le donne che indossano l'hijab.

La discriminazione indiretta comprende anche la discriminazione strutturale, ovvero quando la disparità di trattamento ha la sua base nell'assetto organizzativo, ad esempio quando convenzioni, costumi o tradizioni patriarcali, religiose o omofobiche portano a svantaggiare un certo gruppo di persone e questo viene considerato “normale”.

Situazioni discriminatorie possono verificarsi in diversi ambiti della vita sociale: scuola, lavoro, vita pubblica... e possono essere attuate da un individuo, un gruppo o un'istituzione.

Secondo la legislazione dell'Unione Europea, i motivi di discriminazione riconosciuti sono i sei elencati nell'art. 19 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea:
  • sesso
  • razza o origine etnica;
  • religione o credo;
  • disabilità;
  • età;
  • orientamento sessuale.
Nonostante ciò, è ampiamente noto che esistono molti altri fattori per i quali le persone vengono discriminate. A livello nazionale, alcuni Stati hanno adottato elenchi che includono ulteriori motivi riconosciuti, ma la legge antidiscriminazione in Europa lascia ancora fuori dalla sua protezione un numero enorme di persone.

Tenendo presente che i fattori di discriminazione sono potenzialmente infiniti, ulteriori motivi potrebbero essere:
  • socio-economico;
  • stato di salute (che dovrebbe essere riconosciuto come un motivo a sé stante, poiché il motivo della disabilità non copre tutti i casi di problemi di salute sulla base dei quali è probabile che si verifichi una discriminazione);
  • identità di genere;
  • espressione di genere;
  • caratteristiche sessuali;
  • lingua;
  • caratteristiche fisiche, tratti somatici, altezza, peso;
  • educazione
L'identificazione di fattori aggiuntivi di discriminazione è strettamente legata alla questione della discriminazione additiva/cumulativa e intersezionale. Le prime si verificano quando la discriminazione avviene sulla base di diversi motivi che operano contemporaneamente ma separatamente. Al contrario, la discriminazione intersezionale si verifica quando i motivi non possono essere separati a causa della loro sinergia.

In conclusione, per combattere tutte le forme di discriminazione, le situazioni discriminatorie devono Secondo un rapporto commissionato dalla Rete europea degli organismi per l'uguaglianza (Equinet), che riunisce 47 organizzazioni di tutta Europa che hanno il potere di contrastare la discriminazione in quanto organismi nazionali per l'uguaglianza, la legge dell'UE dovrebbe proibire esplicitamente la discriminazione additiva/cumulativa e la discriminazione intersezionale. Tuttavia, la maggior parte degli organismi intervistati per il rapporto sostiene che, alla luce del requisito dell'unanimità a livello europeo, la discriminazione additiva/cumulativa e intersezionale dovrebbe essere riconosciuta esplicitamente anche a livello nazionale, laddove non è ancora così.

Attività interattiva 4



1.3 Eterogeneità e intersezionalità nell’istruzione
Nei diversi contesti educativi odierni, la comprensione e l'applicazione del concetto di intersezionalità è fondamentale per creare un ambiente di apprendimento inclusivo ed equo. L'intersezionalità si riferisce al modo in cui i diversi aspetti dell'identità di una persona - come l'etnia, il genere, l'orientamento sessuale, la classe sociale e l'abilità - si intersecano e interagiscono per dare forma alle loro esperienze e opportunità. Queste intersezioni possono portare a forme uniche di discriminazione e privilegio che influenzano il modo in cui gli individui si muovono nel mondo, comprese le loro esperienze educative.

Questo paragrafo è stato pensato per fornirti le conoscenze e gli strumenti necessari per identificare le diverse identità presenti nella tua classe e per promuovere un ambiente in cui tutti gli studenti possano avere successo.

Come riconoscere le identità in classe
Riconoscere le diverse identità presenti in classe è un primo passo fondamentale per creare un ambiente di apprendimento inclusivo e solidale. Ogni discente porta con sé un insieme unico di esperienze, background e prospettive, plasmate da vari aspetti della sua identità, come il genere, l'orientamento sessuale, l'etnia, lo status socioeconomico e altro ancora. La comprensione di queste identità richiede sensibilità, consapevolezza e impegno nell'apprendimento continuo.

Fasi per riconoscere le identità:
  • Impara a conoscere gli studenti: utilizza indagini e questionari introduttivi per conoscere il background, gli interessi e le preferenze di apprendimento di studenti e studentesse.
  • Favorisci un ambiente aperto e rispettoso: incoraggia un dialogo aperto in classe, dove studenti e studentesse si sentano sicuri nel condividere le loro prospettive ed esperienze. Stabilisci regole di base che promuovano il rispetto, la riservatezza, l'empatia e l'inclusione.
  • Osserva e ascolta attivamente: presta molta attenzione al modo in cui studenti e studentesse si esprimono, sia verbalmente che non verbalmente. Presta attenzione al linguaggio che usano, agli argomenti di cui parlano e a qualsiasi indizio che possa indicare la loro identità o le sfide che devono affrontare. Nota le dinamiche e le interazioni che possono indicare come percepiscono la propria identità e quella degli altri.
  • Impegnati con gli studenti e le studentesse individualmente: dedica del tempo a conversazioni individuali. Questo può essere un modo efficace per capire le loro identità e i loro bisogni, poiché alcune persone potrebbero non sentirsi a proprio agio a condividere in un contesto di gruppo.
Riconosci le diverse identità presenti nella tua classe, puoi adattare le tue strategie di insegnamento, selezionare materiali appropriati e creare un ambiente di apprendimento in cui ogni allievo si senta valorizzato e rispettato.

Attività: riflettere sulle identità della classe

Obiettivo: Sviluppare una comprensione più profonda delle diverse identità presenti nella tua classe e di come queste influenzino le esperienze di apprendimento di studenti e studentesse. Questa attività ti aiuterà a diventare più consapevole delle varie identità presenti nella tua classe e ti guiderà nella creazione di un ambiente di apprendimento più inclusivo.

1. Attività di mappatura dell'identità:
  • Crea una “Mappa delle identità” per la tua classe. Inizia disegnando un cerchio al centro di una pagina e scrivendo “Identità della classe” al suo interno. Poi traccia delle linee che partono dal centro per rappresentare i diversi aspetti dell'identità (ad esempio, genere, etnia, orientamento sessuale, condizione socioeconomica, lingua, religione, ecc.)
  • Rifletti sulle tue osservazioni e interazioni con studenti e studentesse. Per ogni aspetto dell'identità, scrivi le diverse identità che hai notato o che hai condiviso con loro. Includi tutti i dettagli o le note rilevanti su come queste identità possano intersecarsi e influenzarsi a vicenda.
2. Diario riflessivo:
  • Dopo aver completato la Mappa delle identità, scrivi un breve articolo di diario per riflettere su quanto hai appreso. Considera le seguenti domande:
    • Quali identità sono più visibili nella tua classe? Quali sono meno visibili?
    • Come sostieni attualmente queste diverse identità nelle tue pratiche di insegnamento?
    • Quali misure supplementari potresti adottare per garantire che tutte le identità siano riconosciute e valorizzate nella tua classe?
3. Piano di azione:
  • Sulla base delle tue riflessioni, delinea una o due azioni specifiche che puoi intraprendere nelle prossime settimane per riconoscere e sostenere meglio le diverse identità nella tua classe. Preparati a condividere le tue riflessioni e il tuo piano d'azione in una discussione o in un forum successivo.

  • Intersezionalità in classe
    Sii consapevole che tutti possono essere colpiti dall'intersezionalità, ma che essa ha un impatto particolarmente significativo su coloro che appartengono a più gruppi emarginati. Per esempio, studenti LGBTQIA+ che sono anche persone di colore o che hanno disabilità, possono trovarsi ad affrontare sfide aggiuntive in classe, diverse da quelle affrontate dai loro coetanei. Questi studenti possono sperimentare una serie di problemi, da microaggressioni e stereotipi a forme più evidenti di discriminazione, che possono ostacolare il loro successo accademico e il loro senso di appartenenza.

    In classe, l'intersezionalità può manifestarsi in vari modi:

    1. Partecipazione disuguale: i discenti provenienti da identità marginali che si intersecano possono sentirsi meno sicuri di partecipare o di condividere le loro opinioni per paura di discriminazioni o fraintendimenti.

    2. Accesso alle risorse: studenti e studentesse potrebbero avere un accesso diseguale alle risorse educative o ai sistemi di supporto, influenzato dalle loro identità intersecanti.

    3. Trattamento differenziato: chi insegna e i compagni possono inconsciamente trattare studenti e studentesse in modo diverso in base alla combinazione delle loro identità, rafforzando stereotipi o pregiudizi.

    4. Rappresentazione del programma: i materiali didattici e i programmi di studio possono non riflettere le diverse esperienze e identità di tutti, generando un senso di esclusione.

Come promuovere la diversità nella tua classe

Promuovere la diversità in classe non significa solo riconoscere le diverse identità degli studenti, ma anche creare attivamente un ambiente in cui tutti si sentano rappresentati, rispettati e valorizzati. Uno dei modi più efficaci per promuovere la diversità è la scelta accurata dei materiali didattici e l'adozione di pratiche didattiche inclusive. In questo modo, si può contribuire a garantire che ogni persona si veda rappresentata nel programma di studio e si senta in grado di impegnarsi pienamente nella sua esperienza di apprendimento.

Passi per promuovere la diversità:

1. Progettazione del programma:
  • Approccio interdisciplinare: integra i temi della diversità e dell'inclusione in tutte le materie, non solo negli studi sociali o nella letteratura.
  • Programma inclusivo: incorpora le prospettive LGBTQIA+ nel programma. Questo può includere esempi, casi di studio o discussioni che riflettono la diversità degli orientamenti sessuali e delle identità di genere.
  • Apprendimento basato su progetti: incoraggia progetti che permettano a studenti e studentesse di esplorare e presentare il proprio background culturale e i propri interessi.

  • 2. Spazio sicuro:
  • Favorisci un ambiente di classe in cui studenti e studentesse si sentano al sicuro nell'esprimere le proprie identità ed esperienze. Questo obiettivo può essere raggiunto stabilendo in classe standard di rispetto ed empatia.
  • Stabilisci e applica politiche chiare contro la discriminazione. Sii proattivo nell'affrontare eventuali atti di bullismo o molestie in classe.

  • 3. Rappresentazione:
  • assicurati che tutte le persone si vedano rappresentate in classe, nel programma e nel materiale didattico.

  • 4. Attività in classe:
  • Lavoro di gruppo: progetta attività di gruppo che richiedano la collaborazione tra persone provenienti da contesti diversi.
  • Giochi di ruolo e simulazioni: utilizza esercizi di gioco di ruolo per aiutare studenti e studentesse a capire le diverse prospettive e a promuovere l'empatia
  • Celebrazioni culturali: celebra le festività e gli eventi culturali di varie tradizioni all'interno della classe.
  • Opportunità di espressione personale: integra attività che consentano a studenti e studentesse di condividere la propria identità e le proprie esperienze. Ciò potrebbe includere compiti di scrittura riflessiva, discussioni di gruppo o progetti creativi. Queste attività non solo aiutano a capire meglio gli studenti, ma li mettono anche in condizione di portare se stessi completamente nell'ambiente di apprendimento.

  • 5. Linguaggio inclusivo:
  • Adotta un linguaggio che riconosca e rispetti tutte le identità. Evita le supposizioni sul genere, l'orientamento sessuale o il background culturale. Ad esempio, utilizza termini neutri fino a quando la persona non specifica i suoi pronomi preferiti. Rispetta i pronomi e le identità di tutti gli studenti.

  • 6. Materiali didattici inclusivi:
  • Autori e prospettive diverse: seleziona risorse che rappresentino una varietà di culture, generi e punti di vista.
  • Risorse multimediali: utilizza video, musica e arte di culture diverse per integrare i testi tradizionali.
  • Contemporaneità e pertinenza: scegli materiali che affrontino temi sociali attuali e riflettano la diversità del mondo moderno.

Passi per promuovere la diversità attraverso i materiali didattici:


    1. Scegli contenuti diversi e inclusivi:
  • scegli libri di testo, letture e altri materiali didattici che rappresentino un'ampia gamma di prospettive ed esperienze. Cerca contenuti che includano voci di generi, etnie, culture, orientamenti sessuali e contesti socioeconomici diversi.
  • evita i materiali che perpetuano gli stereotipi o presentano un'unica narrazione. Cerca invece risorse che sfidino i punti di vista convenzionali e incoraggino il pensiero critico sulla diversità e l'inclusione.

  • 2. Evidenzia le prospettive multiple:
  • quando si discute di eventi storici, sviluppi scientifici o fenomeni culturali, includi prospettive di gruppi emarginati o sottorappresentati. Questo non solo amplia la comprensione degli studenti, ma convalida anche le esperienze di coloro che altrimenti potrebbero sentirsi esclusi.
  • utilizza casi di studio ed esempi che riflettano la diversità della tua popolazione studentesca. Ciò contribuisce a rendere il materiale più connesso e rilevante per la loro vita

  • 3. Incorpora l'insegnamento culturalmente sensibile:
  • Adatta i metodi di insegnamento in modo da riflettere il background culturale degli studenti. Ciò potrebbe comportare l'utilizzo di esempi culturalmente rilevanti, l'inserimento delle esperienze dei discenti nelle discussioni o la celebrazione della diversità culturale attraverso le attività di classe.
  • Tieni conto delle norme e dei valori culturali che influenzano il modo in cui studenti e studentesse apprendono e interagiscono. Per esempio, alcune persone possono provenire da contesti educativi che enfatizzano il successo collettivo rispetto a quello individuale.

  • 4. Usa un linguaggio inclusivo:
  • Presta attenzione al linguaggio utilizzato nel materiale didattico e nelle discussioni in classe. Usa termini neutri dal punto di vista del genere, quando è il caso, e fai attenzione a non fare supposizioni sull'identità degli studenti in base al loro aspetto o al loro comportamento.
  • • Incoraggia i discenti a condividere i loro nomi e pronomi preferiti e sforzati di usarli in modo coerente.

  • 5. Coinvolgi i discenti nel processo di selezione:
  • Coinvolgi studenti e studentesse nella scelta di alcuni materiali didattici o nel suggerimento di argomenti di studio. Questo non solo li responsabilizza, ma assicura anche che il programma di studio sia strettamente allineato con i loro interessi e le loro esperienze.
  • Prendi in considerazione la possibilità di condurre sondaggi o di organizzare discussioni per raccogliere input su quali tipi di contenuti o prospettive gli studenti e le studentesse ritengono che manchino nel programma di studio.

  • 6. Valuta e aggiorna continuamente i materiali
  • Revisiona regolarmente i materiali didattici per garantire che rimangano pertinenti e inclusivi. Quando si rendono disponibili nuove risorse, integrale nel programma.
  • Sii disponibile a ricevere il feedback degli studenti sull'inclusività dei tuoi materiali e ad apportare modifiche in base ai loro suggerimenti.
Selezionando e presentando in modo ponderato materiali didattici diversi, si crea un ambiente di classe che non solo riconosce, ma celebra la ricca diversità di studenti e studentesse. Questo approccio favorisce un senso di appartenenza e incoraggia tutti a partecipare pienamente alla propria formazione.




1.4 Implementare l’intersezionalità nell’attività didattica
Ora hai acquisito preziose conoscenze per riconoscere e accogliere le diverse identità all'interno della tua classe. Formati: studia continuamente il concetto di intersezionalità e come si applica ai tuoi studenti e alle tue studentesse. Comprendere le sfide uniche affrontate da persone con identità intersezionali è il primo passo per sostenerle in modo efficace. Promuovendo la diversità attraverso una selezione accurata dei materiali didattici e delle pratiche inclusive, si compiono passi significativi verso la creazione di un ambiente di apprendimento in cui tutte le persone si sentano rispettate e valorizzate. Rifletti regolarmente sulle tue pratiche didattiche e sii disponibile a ricevere dei riscontri. Considera come le tue identità e i tuoi pregiudizi possano influenzare le tue interazioni con studenti e studentesse e sii disponibile ad adattare il tuo approccio per soddisfare meglio le loro esigenze.

Tuttavia, la comprensione e il riconoscimento della diversità sono solo l'inizio. Il passo successivo consiste nell'attuare attivamente questi principi nelle tue attività didattiche quotidiane. Insieme, questi sforzi ti permetteranno non solo di riconoscere, ma anche di affrontare efficacemente le sfide e le opportunità uniche che derivano dall'intersezione delle identità dei tuoi studenti, contribuendo in ultima analisi a un'esperienza educativa più inclusiva ed equa per tutti.

VALUTARE E SCEGLIERE IL MATERIALE DIDATTICO

I libri di testo e i materiali didattici spesso trasmettono e rafforzano gli stereotipi prevalenti nella società. Questo avviene di solito con piccole azioni inconsapevoli che non derivano da una volontà normativa. Ciò accade, ad esempio, quando nei problemi di matematica una donna deve calcolare la quantità di ingredienti per preparare una torta, quando il libro di testo di educazione finanziaria mostra l'arrivo in banca solo di coppie eterosessuali, quando il corso di storia dell'arte si concentra solo su artisti “bianchi”.

In questo modo, alcune persone non si vedranno riflesse nel programma di studio e non si sentiranno valorizzate nell'ambiente di apprendimento.

Ecco perché è importante valutare criticamente i libri di testo e i materiali didattici e scegliere quelli che incorporano prospettive diverse. Nella scelta, puoi aiutarti con questo schema:
  1. Devono essere presenti persone con identità oppresse.
  2. Le persone con identità oppresse non devono essere rappresentate in modo stereotipizzato.
  3. La rappresentazione non stereotipizzata non deve tradursi in un occultamento dell'oppressione e del privilegio.
Il libro di testo rappresenta le identità oppresse?
SÌ

↓

NO

↓

Li rappresenta in modo stereotipizzato?
SÌ

↓

NO

↓

Nasconde involontariamente gli effetti dell'oppressione?
SÌ

↓

NO

↓


Il terzo punto merita una considerazione particolare. Una rappresentazione non stereotipizzata rischia di nascondere alcuni problemi sociali (per esempio, se rappresentiamo tutte le persone razzializzate come ricche, rappresentiamo un mondo in cui non esiste una discriminazione sistemica nei confronti di chi non è “bianco”) o di rafforzare alcuni giudizi legati agli stereotipi (per esempio, se rappresentiamo tutti gli uomini gay come molto “mascolini”, trasmettiamo l'idea che l'effeminatezza sia una caratteristica da evitare).

Ecco perché è importante avere rappresentazioni diversificate delle persone e, quando possibile, affrontare esplicitamente i temi del privilegio e dell'oppressione.

FASE 1. Verifica del materiale didattico
Esamina i libri di testo, gli articoli, i video e le altre risorse che usi attualmente in classe e considera le seguenti domande:
  • Quali voci e prospettive sono rappresentate in questo materiale?
  • Ci sono gruppi sottorappresentati o del tutto assenti?
  • Questo materiale sfida gli stereotipi o li rafforza? In che modo questo materiale è in linea con le diverse identità dei tuoi studenti e delle tue studentesse?


FASE 2. Riflessione e identificazione
Scrivi una breve riflessione (circa 300 parole) sui risultati dell'audit, rispondendo alle seguenti domande:
  • Questo materiale rappresenta adeguatamente la diversità della tua classe? Quali diversità non sono rappresentate?
  • Quale impatto può avere questo materiale sulle esperienze di apprendimento e sul senso di appartenenza di studenti e studentesse?
  • In generale, quali sono i suoi punti di forza e di debolezza rispetto ai bisogni che abbiamo analizzato qui?


FASE 3. Piano di azione
Sulla base della tua riflessione, crea un piano d'azione per diversificare il tuo materiale didattico e dare una rappresentazione più ampia e accurata di tutte le identità.
  • Se il tuo libro di testo presenta lacune significative, scegli un nuovo libro di testo che sia attento a tutte le forme di diversità.
  • Se nella tua area tematica non esistono libri di testo che rappresentino tutte le forme di diversità, individua nuovi materiali didattici (libri, articoli, video, ecc.) che ti permettano di integrare altre voci e prospettive. Nei corsi in cui normalmente si lavora con “personaggi” (letteratura, scrittura creativa, psicologia, lavoro sociale, lingue, ecc.), si possono proporre romanzi e racconti (preferibilmente autobiografici) su persone appartenenti a una o più comunità oppresse.
  • Illustra una nuova strategia didattica o un'attività in classe che metterai in atto per promuovere l'inclusività e coinvolgere la classe con prospettive diverse. Ad esempio, nei corsi in cui normalmente non si lavora con “personaggi” (meccanica, pasticceria, elettronica, giardinaggio, ecc.), si possono introdurre giochi di ruolo in cui si deve interagire con colleghi o clienti con caratteristiche diverse. Questi giochi di ruolo sono importanti sia per aumentare la consapevolezza dei problemi di intersezionalità sia per sviluppare le competenze professionali.


FASE 4. Implementazione e revisione
Dopo aver implementato i nuovi materiali e le nuove strategie nella tua classe, raccogli il feedback dei tuoi studenti. Chiedi loro in che modo questi cambiamenti hanno influito sul loro apprendimento e sul loro senso di inclusione. Rifletti su questo feedback e valuta ulteriori modifiche per continuare a promuovere la diversità nella tua classe.

DECOSTRUIRE LE IDENTITÀ

Uno dei rischi maggiori quando si affrontano questioni legate a un tratto identitario (dalle origini etniche all'orientamento sessuale, dall'identità di genere alla religione) è quello di enfatizzare solo gli aspetti che differenziano quell'identità dalle altre. Da un lato, rischiamo di aumentare il senso di estraneità e di distanza in chi non condivide quel tratto identitario e, dall'altro, rischiamo di appiattire l'immagine delle minoranze su pochi tratti (e poi è facile costruire stereotipi e pregiudizi su questi tratti).

Dovresti invece ricordare a te e ai tuoi allievi tre aspetti essenziali:
  • ci sono molte caratteristiche che rendono le persone diverse le une dalle altre, ma ci sono almeno altrettante caratteristiche che condividono e che le rendono simili;
  • nessun gruppo è monolitico perché all'interno di ogni gruppo c'è sempre una grande variabilità;
  • in ogni persona possiamo notare l'intreccio di diverse identità, ma nessuna persona è la mera unione di un insieme di identità: per una serie di ragioni, tra cui la scelta personale, ogni persona può avere caratteristiche diverse da quelle prevalenti nei gruppi con cui si identifica.

Il punto di vista intersezionale è essenziale per comprendere e trasmettere questi messaggi, perché mostra immediatamente la complessità caleidoscopica delle identità.

Per questo motivo, quando si organizzano iniziative dedicate a un gruppo identitario (per esempio, quando si ricordano le vittime dell'Olocausto il 27 gennaio o quando si celebrano le identità LGBTQIA+ durante il mese del Pride) è essenziale introdurre alcune idee intersezionali.

Tieni conto dell'aspetto intersezionale quando scegli i film da proiettare in un festival di cortometraggi, quando inviti ospiti per un dibattito, quando organizzi una mostra, quando proponi un laboratorio artistico, ecc.

LAVORARE IN GRUPPO
Il lavoro di gruppo tra pari è spesso il modo migliore per lavorare sull'intersezionalità. Quando si lavora in gruppo, bisogna tenere conto di tutte le altre persone e delle diverse competenze e conoscenze che ciascuno può apportare al gruppo. Quando si lavora bene in gruppo, ci si conosce meglio, al di là dell'immagine che si dà alla società, e ci si rende conto delle tante sfaccettature delle proprie personalità.

Dopo ogni lavoro di gruppo di qualsiasi tipo, potrai chiedere ai tuoi studenti di riflettere sulla loro diversità e sul contributo che ciascuno di loro ha dato al lavoro comune. Potranno anche chiedere di ipotizzare da dove derivi la loro diversità di competenze e conoscenze.

Puoi anche organizzare un lavoro di gruppo più esplicitamente incentrato sulla diversità umana e sull'intersezionalità. Ad esempio, quando sviluppano un progetto (dall'immaginare di aprire un hotel al creare di un blog di corsi), puoi chiedere loro di prendere in considerazione un pubblico molto eterogeneo quando impostano l'analisi dei bisogni e dei benefici. Ad esempio, l'hotel è pronto a ospitare una persona anziana? E una persona anziana non binaria? E le icone del blog sono accessibili a una persona daltonica? E a una persona daltonica che non è cresciuta nella cultura prevalente nel tuo Paese? In un lavoro di questo tipo, il lavoro di gruppo è naturalmente ideale per far emergere la pluralità delle domande e la complessità delle risposte.

Vediamo ora alcune proposte di attività di gruppo per lavorare sui temi dell'intersezionalità.

GIOCARE CON I PREGIUDIZI
Questa attività mira a riconoscere gli stereotipi e i pregiudizi e a riflettere sulla loro assurdità.

Per preparare l'attività è necessario:
  • disporre di fogli di carta bianchi (vanno bene anche fogli usati stampati su un lato e da riciclare) e di matite, penne o pennarelli.
Innanzitutto, spiega che proporrai un'attività sul pregiudizio e che l'obiettivo è semplicemente quello di riflettere su questo tema. Spiega che lavorerai su alcuni aspetti dell'identità, facendo attenzione a non ferire i sentimenti di nessuno. Per questo motivo, chiedi ai tuoi allievi di scrivere su dei fogli di carta, di nascosto e in forma anonima, quali sono gli aspetti dell'identità di cui non vogliono parlare.

Dopo aver letto ciò che gli studenti hanno scritto in forma anonima, scrivi in cima a diversi fogli di carta il sostantivo o l'aggettivo che descrive alcune identità che sono spesso vittime di pregiudizi (ad esempio, "arabo", "lesbica" o "testimone di Geova"). Non scrivere sui fogli le identità indicate in forma anonima dagli studenti.

Dividi i fogli tra i gruppi e chiedi loro di scrivere gli stereotipi che influenzano le identità indicate sui fogli. Dopo 15 minuti, chiedi ai gruppi di confrontare i loro lavori. Ci sono stereotipi simili che riguardano gruppi diversi? Ci sono stereotipi opposti che influenzano le identità che possono essere presenti nella stessa persona? E cosa succede in questo caso?

Ad esempio, in presenza degli stereotipi secondo cui gli asiatici sono naturalmente dotati per i calcoli matematici e le donne no, cosa succede se prendiamo in considerazione una donna asiatica? E se prendiamo in considerazione una persona africana asessuata, cosa succede allo stereotipo secondo cui le persone africane sono tutte avide di sesso?

Infine, chiedi agli studenti di cercare online esempi di persone che incarnano identità con stereotipi opposti. Chi sono? Come si comportano? In una lezione successiva, i gruppi presenteranno queste persone al resto della classe.

COSTRUIRE UN’IDENTITÀ
Questa attività mira a riflettere sulle identità intersezionali e su come cambiano le esperienze delle persone quando si trovano ad affrontare diverse forme di oppressione. Per prepararsi all'attività è necessario:
  • disporre di uno o tre dadi a 6 facce.
Dividere la classe in 3 gruppi, preferibilmente il più possibile non omogenei.

Chiedi a ciascun gruppo di mettere in scena in modo realistico una determinata situazione, possibilmente legata all'argomento del corso (per esempio, in un corso di assistenza sanitaria puoi chiedere di immaginare il rapporto con un paziente; in un corso di finanza puoi chiedere di immaginare l'arrivo di una persona che vuole chiedere un mutuo, ecc.) Spiega che nella drammatizzazione ognuno potrà interpretare liberamente un ruolo diverso, ma un discente dovrà interpretare il ruolo di una persona con una serie di caratteristiche che verranno messe in palio successivamente.

I gruppi tirano due volte il dado, ogni gruppo sceglie a caso le caratteristiche A e B indicate nella griglia sottostante. Poi ogni gruppo ha 5 minuti per preparare la scena. Infine, ogni gruppo recita la scena davanti al resto della classe.

Successivamente, con un nuovo lancio di dadi, ogni gruppo aggiunge una terza caratteristica (caratteristica C) ai propri personaggi. Ogni gruppo avrà altri 5 minuti per capire se e cosa cambia cambiando l'identità del personaggio. Al termine, ogni gruppo recita nuovamente la scena davanti a tutti.

Procedi allo stesso modo per le caratteristiche D, E e/o F (scegli la durata dell'attività tenendo conto anche del coinvolgimento degli allievi).

Al termine, chiedi a chi ha partecipato di commentare l'attività: si sono comportati sempre allo stesso modo? I cambiamenti sono stati dettati da una maggiore attenzione all'altro o da pregiudizi? Quali riflessioni emergono? Quali sono le implicazioni per la loro vita quotidiana e professionale?

Caratteristica A La persona ha l’aspetto di un uomo La persona ha l’aspetto di una donna Il genere della persona non è chiaro
Caratteristica B La persona ha la pelle scura La persona ha la pelle chiara La persona ha la pelle olivastra
Caratteristica C I vestiti della persona sono tipicamente femminili I vestiti della persona sono tipicamente maschili I vestiti della persona sono unisex
Caratteristica D La persona ha 20 anni La persona ha 50 anni La persona ha 80 anni
Caratteristica E La persona è di corporatura media La persona è di corporatura molto robusta La persona è in sedia a rotelle
Caratteristica F La persona non parla la lingua locale La persona parla la lingua locale La persona parla la lingua locale con un forte accento straniero



2. Conclusioni
L'intersezionalità è una lente potente attraverso la quale possiamo comprendere e affrontare la discriminazione. Riconosce che le nostre identità - come l'etnia, il genere, la sessualità, la disabilità, la religione e la classe (status socioeconomico) - si intersecano e interagiscono, dando forma alle nostre esperienze e vulnerabilità. Lo scenario descritto, in cui un giovane nero viene ingiustamente preso di mira dalla polizia a causa di molteplici fattori (genere, età e colore della pelle), esemplifica la discriminazione intersezionale.

In questo modulo hai esplorato l'intersezionalità da prospettive sia pratiche che teoriche. Hai approfondito le forme di discriminazione e il modo in cui si manifestano. Inoltre, hai appreso il rapporto tra intersezionalità e istruzione, nonché le strategie per promuovere la diversità in classe.

Mentre continui il tuo viaggio, ricorda che l'intersezionalità non è solo un concetto: è uno strumento per creare spazi più inclusivi ed equi. Riconoscendo e affrontando le forme di discriminazione intersecanti, è possibile lavorare per una società più giusta.



3. Check-list di revisione dei contenuti didattici
Terminato il modulo, verifica se tutti gli elementi di apprendimento della lista di controllo ti sembrano familiari e procedi con le domande finali di autoriflessione.
  • Concetto di intersezionalità
  • Storia e background teorico del termine
  • Fattori per cui le persone vengono discriminate
  • Identificare la discriminazione multipla
  • Come l'intersezionalità si relaziona con l'educazione
  • Approccio intersezionale nell'attività di insegnamento e formazione



4. Domande di autoriflessione
Comprendere le proprie identità:
Rifletti sulle tue identità intersecanti. In che modo esse plasmano le tue esperienze e le tue prospettive? Considera aspetti come l'etnia, il genere, la sessualità, la disabilità e il contesto socioeconomico.

Riconoscere pregiudizi e stereotipi:
Esplora i pregiudizi e gli stereotipi che rappresenti. Che impatto hanno sulle tue interazioni con gli altri? Ci sono ipotesi che devi mettere in discussione?

Ascolto e apprendimento:
Cerca attivamente voci e prospettive diverse. Come puoi imparare da persone con esperienze di vita diverse? Quali passi puoi fare per ampliare la tua comprensione?

Difesa e alleanza:
Considera come puoi sostenere le comunità emarginate. Quali azioni puoi intraprendere per sostenere e amplificare le loro voci? Come puoi sostenere l'equità e la giustizia?

Creare spazi inclusivi:
Pensa agli spazi in cui vivi, che siano al lavoro, nei circoli sociali o online. Come puoi contribuire a renderli più inclusivi? Quali cambiamenti puoi promuovere?